Centro Teatro Spazio, dove ha mosso i primi passi Massimo Troisi, a rischio chiusura
Un grido d’aiuto per il teatro. Il Centro Teatro Spazio, dove Massimo Troisi ha mosso i suoi primi passi, oggi è a rischio chiusura
Il Centro Teatro Spazio, a San Giorgio a Cremano, circa 50 anni fa, altro non era che un sottoscala. Grazie al burattinaio Renato Barbieri, che lo allestì come sede dei suoi spettacoli, Massimo Troisi poté muovere i suoi primi passi su un palcoscenico. È il luogo dove è nata La Smorfia, dove hanno recitato le prime battute talenti come Lello Arena, Enzo Decaro e molti altri.
Una pietra miliare per la cultura partenopea ma che – ancora oggi – non è riconosciuta ufficialmente dalle istituzioni. Per la sua importanza, dovrebbe essere già riconosciuta come luogo storico-culturale. Eppure, basterebbe una delibera ufficiale del Comune, che dopo anni di richieste tarda ad arrivare.
Dopo un anno dalla chiusura ufficiale dei teatri a causa del Covid, i teatri più piccoli, di provincia, non hanno potuto beneficiare di alcun supporto finanziario. «Non abbiamo potuto ricevere neanche i “famosi” 1.000 euro promessi dal governo» – ci racconta Cristina Ammendola. Lei è vicepresidentessa dell’associazione Uno Spazio Per il Teatro e da anni gestisce lo stabile assieme al marito, Vincenzo Borrelli (attore e regista).
«Rischiamo la chiusura»
La situazione, già difficile, è stata aggravata da un’ingente tassa sulla spazzatura, pari a quasi 2.000 euro. Una cifra insostenibile e assolutamente fuori luogo, dati gli 11 mesi di inattività e i pagamenti già regolarmente rateizzati. A detta del Comune, essi non consentirebbero di usufruire della scontistica Nazionale sulle tasse per le attività.
E così, un grido: «rischiamo la chiusura». La piccola realtà, che si trova già a dover affrontare costi sostanziosi tra affitto, bollette, elettricità, non può sostenere anche quest’ultimo e immeritato colpo da parte delle istituzioni.
«Non abbiamo mai fatto pubblicità sul fatto che questo posto fosse stato fondato da Troisi» – continua Cristina – «questo luogo è proprietà di tutti, non solo nostro». Tentano di ammortizzare i costi e andare avanti con i corsi e i laboratori di teatro online. Un’accademia, ricordiamolo, di spettabile valore e riconosciuta ufficialmente dalla Regione Campania.
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