18 Marzo 2021

CEINGE di Napoli studia la “super variante”, nuove speranze

immagine di repertorio

coronavirus

Al Ceinge di Napoli sarà studiata la “super variante mista” del Coronavirus, lo studio a riguardo potrebbe aprire a nuove prospettive

Napoli- Presso il Ceinge di Napoli, lo studio di biotecnologie avanzate che opera nel campo della biologia molecolare e delle biotecnologie applicate alla Salute dell’Uomo, sono iniziati gli studi sulla super variante del coronavirus, definita “mista”, che da pochi mesi sta preoccupando i ricercatori.

Gli studiosi stanno sequenziando la variante che ha insieme le mutazioni isolate della variante nigeriana e di quella inglese. L’analisi, ancora in atto, ha lo scopo di capire le capacità che ha la variante di penetrazione nell’uomo e i suoi risvolti.

Lo studio

La ricerca è guidata da Massimo Zollo, professore di genetica al Ceinge, che ha dichiarato quanto segue:

Lo studio parte da come la proteina spike stia mutando, in particolare guardando le sue reazioni con il recettore angiotensina 2 che le permette di entrare nel corpo umano. L’interazione della proteina spike è fondamentale, perché i vaccini sono disegnati proprio per bloccarla.”

ha poi proseguito, così come riportato anche da Ansa.it :

“Noi ricercatori siamo convinti che stiamo osservando solo la parte emersa dell’iceberg, ma sotto ce ne sono altre che possono esplodere, per questo dobbiamo tracciarle. Se riusciamo a raggiungere il 90% di vaccinazione della popolazione e isoliamo le nuove varianti, potremo tutti tornare a una nuova vita.”

Il professore Ettore Campoluongo, docente di biochimica clinica e biologia molecolare clinica, sta studiando la super variante e a riguardo ha affermato:

“Il tracciamento delle varianti passa per il tracciamento completo del genoma del virus, mentre finora è stato fatto un sequenziamento a spot, partendo dalla proteina spike.”

ha proseguito: “Ma per avere un’idea di come evolve il virus, bisogna sequenziare con tecnologie di seconda generazione che permettono di trovare varianti nuove oltre a quelle già documentate. Il genoma del virus è di 30.000 basi e non facile averne tutta la copertura. Noi cerchiamo ceppi nuovi nella popolazione e questo si ottiene con il sequenziamento massivo che copre l’intera regione del genoma.“

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