11 Luglio 2023

Castel Volturno, le costringevano a prostituirsi: 11 finiscono in manette

Carabinieri Napoli - Immagine di repertorio

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Stamane la Polizia di Stato di Caserta ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare. Quest’ultima è stata emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli nei confronti di 11 persone. Quest’ultime, transgender, di nazionalità brasiliana, sono gravemente sospettate di far parte di un’associazione a delinquere operante nell’aria di Castel Volturno, in provincia di Caserta.

Come si apprende dai colleghi del Meridiano News, la Squadra Mobile di Caserta nella sua attività investigativa ha scoperto una rete transnazionale, capace di monopolizzare la prostituzione transgender nella zona.

Castel Volturno, sgomita rete di prostituzione: l’organizzazione

Il gruppo aveva un referente nella città di San Paolo (Brasile). Quest’ultimo aveva il compito di adescare persone transgender e iniziate alle prostituzione. Una volta procurati i soldi per il biglietto e avuto l’okay dal capo dell’organizzazione partivano per l’Italia.

Le vittime, raggiunte lo scalo Milano “Linate”, venivano prelevate da altri affiliati. Quest’ultimi gli fornivano la documentazione per soggiornare sul territorio italiano. Dopodiché, le malcapitate erano consegnate a un altro affiliato che aveva il compito di trasportarle a Napoli. Una volta arrivate, un ulteriore membro le avrebbe raccolte e trasportate a Castel Volturno in uno stabile di volta in volta individuato.

Gli sfruttatori, inoltre, si assicuravano che le vittime non potessero comunicare con il mondo esterno. Pertanto gli ritiravano il telefono. Obbligate a turni “massacranti” e costantemente tenute d’occhio, i proventi della prostituzione erano destinati al capo dell’organizzazione. Quest’ultimi servivano a ripagare il debito che avevano contratto per arrivare in Italia. Tale debito si aggirava intorno ai 10.000 euro.

I sortilegi e i riti magici

L’aspetto più macabro della vicenda è un aspetto alquanto peculiare. Le vittime, infatti, oltre a subire violenze fisiche, subivano anche delle vessazioni piscologiche. Quest’ultime si concretizzavano minacce nei confronti dei parenti in Brasile, ma anche e soprattutto in presunti sortilegi e riti di magia nera.

In una delle perquisizioni, infatti, gli inquirenti hanno ritrovato una statuetta raffigurante una non meglio precisata divinità, utilizzata per un rituale di magia nera noto come “Egun”. Sembra che quest’ultimo sia finalizzato la morte del soggetto contro cui è rivolto.

In virtù delle indagini svolte, la Procura di Napoli ha chiesto la custodia cautelare per 11 persone.

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