Casal di Principe: il sindaco si dimette: ”Non rappresento questo Stato”
Il sindaco di Casal di Principe, Renato Natale si è dimesso dall’incarico da primo cittadino. Il motivo? Non si sente di rappresentare questo Stato
Per protestare contro la scelta della Procura di Santa Maria Capua Vetere di non concedere un’ulteriore proroga all’abbattimento di uno stabile abusivo in Via Ancona, il sindaco di Casal di Principe, Renato Natale ha formalizzato quest’oggi le sue dimissioni.
Annunciata qualche giorno fa la decisione di dimettersi, oggi ufficializzata durante la conferenza stampa, il sindaco di Casal di Principe ha dalla sua parte collaboratori e cittadini che gli hanno chiesto di ripensarci. Secondo quanto riporta “Il Mattino”, al suo fianco si sono schierati due sindaci di paesi limitrofi, Alfonso Golia, sindaco di Aversa e Vincenzo Caterino, sindaco di San Cipriano d’Aversa.
L’abbattimento dell’edificio previsto domani è soltanto uno delle tante case edificate più di 20 anni fa, quando la camorra padroneggiava e non c’erano piani regolatori o altri strumenti urbanistici per poter edificare in maniera legittima. Solo a Casal di Principe sono almeno 1400 le case dichiarate abusive con sentenza e 250 sono le abitazioni per le quali c’è l’ordine esecutivo di demolizione. L’abbattimento deve essere a carico del Comune.
Il commento della situazione di Renato Natale:
«Mi dimetto perché non mi sento di rappresentare uno Stato nel momento in cui si presenta con la sua faccia più torva. Si rischia una bomba sociale. Con la Cassa Depositi e Prestiti abbiamo acceso mutui per 1,6 milioni di euro per undici abbattimenti; ogni demolizione costa tra 150mila e i 200mila euro. Se pensiamo che sono 250 le abitazioni a Casal di Principe per cui c’è un ordine esecutivo di abbattimento, arriveremmo alla cifra- monstre di 35 milioni di euro solo per il mio Comune; e pensare che la Cassa Depositi e Prestiti ha accantonati 50milioni per le demolizioni». Sindaco e consiglio comunale di Casal di Principe avevano chiesto ad agosto alla Procura una proroga di 100 giorni, dopo le dilazioni già ottenute ad aprile e giugno. L’ amministrazione aveva reperito degli immobili confiscati dove fare alloggiare le due famiglie di via Ancona. «Abbiamo bruciato i tempi per le verifiche, la gara d’appalto e i lavori sarebbero stato completati entro novembre. Non capisco perché la Procura non abbia voluto venirci incontro. Solo cento giorni. Si tratta anche di tutelare dei minori e l’integrità della famiglia, beni altrettanto importanti».
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