Carnevale coronavirus, troppi bimbi in strada. Il sindaco di Frattamaggiore chiama la Polizia: “Volete le scuole chiuse e poi fate questo?”

Carnevale coronavirus – Oggi si celebra il martedì grasso, evento che da sempre ha condotto migliaia di bambini festanti in giro per le strade della propria città travestiti dai loro personaggi preferiti.

Coriandoli, stelle filanti, scettri e corone, abiti pomposi da vere principesse Disney, tute attillate da supereroi hanno – da sempre – resole nostre città variopinte e gioiose.

Quest’anno, però, sarebbe dovuta andare diversamente: il covid ha cambiato i programmi carnevaleschi, attraverso il divieto regionale di creare festanti assembramenti lungo le principali arterie delle nostre città.

Nonostante il divieto di festeggiamenti, in luoghi pubblici e privati, cui l’emergenza sanitaria ha condotto il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, in centinaia hanno pensato che non fosse il caso di chiedere ai propri figli di rinunciare alla classica sfilata del martedì grasso e, complice anche il bel tempo, si sono riversati in strada.

E così, il sindaco di Frattamaggiore, Marco Antonio Del Prete, ha deciso di allertare le forze dell’ordine, per arginare i pericolosi assembramenti che si stavno creando fin dalle prime ore della mattina lungo le strade del suo comune.

Questo il suo post, dai toni comprensibilmente accesi, apparso sul profilo Facebook del sindaco:

“SIAMO FUORI DI TESTA? Mi chiedete ogni giorno di chiudere le scuole. Ci lamentiamo tutti i giorni perché i ragazzi si assembrano nei weekend. E poi? Vedo famiglie intere festeggiare il Carnevale in piazza con i propri bambini? Vabbè che a Carnevale ogni scherzo vale… ma questo è troppo!

Ho prontamente chiamato la Polizia locale che ringrazio ancora una volta per il lodevole e tempestivo intervento atto a ripristinare la normalità. Normalità che, ribadisco, è quella di RIMANERE A CASA! Quanto più possibile! Le varianti di SARS-Cov-2 stanno preoccupando il mondo intero e noi dobbiamo fare MASSIMA ATTENZIONE. Non sono più tollerabili atteggiamenti di questo tipo. I nostri bambini un giorno capiranno. Adesso tocca a noi genitori capirlo!”.

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