12 Agosto 2023

Campania seconda regione più povera d’Italia: i dati allarmanti

Campania seconda regione più povera d'Italia: il report redatto dalla Corte dei Conti per il periodo 2019-2022 è allarmante

Stemma ufficiale Campania, Wikimedia Commons

Campania seconda regione più povera

Campania seconda regione più povera d’Italia: è quanto è emerso dai dati raccolti dalla Corte dei Conti nella relazione sulla gestione finanziaria relativa al periodo 2019-2022.

Tanti i dati analizzati e quasi in tutte le classifiche la Campania è agli ultimi posti.

Campania seconda regione più povera d’Italia: reddito pro capite troppo basso e servizi socio-sanitari e assistenziali pessimi

Il dato più preoccupante è il reddito pro capite: 14.513 euro annui rispetto agli oltre 5 mila euro della media nazionale. Dopo di noi c’è soltanto la Calabria.

Il 37,9% della popolazione è a rischio povertà (2021). Questa percentuale è inferiore se confrontata ai due anni precedenti, ma superiore a qualsiasi altra regione, Sicilia a parte. Quasi un cittadino campano su tre fatica ad arrivare a fine mese e per questo dato noi siamo in pole position.

Pessimi risultati anche nei settori relativi alla sanità e alla protezione sociale, dove la Campania si aggiudica il penultimo posto. Addirittura ultimo per i posti letto nei presidi residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari.

La Campania regina degli ultimi posti

Per non parlare dell’istruzione e dell’informazione: meno di un bambino su cinque è iscritto all’asilo nido contro il quasi 30% nazionale, solo poco più della metà dei residenti tra i 25 e i 64 anni con almeno il diploma. Va meglio per il numero di laureati, ma la Regione si posiziona come terzultima per le competenze digitali di base, nonostante sia al primo posto per copertura della rete fissa di accesso ultra veloce a internet. 

Ancora ultimi posti per la raccolta differenziata, la speranza di vita alla nascita (è l’unica regione sotto l’indice dell’8.1) e l’elevato numero di morti evitabili.

Campania seconda regione più povera d’Italia: insomma, da questa analisi esce fuori una fotografia agghiacciante e avvilente, che porta a chiedersi cosa si possa fare per migliorare le condizioni di vita e i servizi sul territorio e cosa effettivamente si sta facendo.

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