Calcio Napoli, lo Scudetto è realtà: è qui la festa
Il racconto di uno storico trionfo.
repertorio

CALCIO NAPOLI, LO SCUDETTO È REALTÀ: È QUI LA FESTA
Sono emozioni stupende da descrivere e raccontare. Siamo fortunati ad esserci e ad esternare la nostra gioia. Adrenalina pura in circolo: neurotrasmettitori che innalzano la frequenza cardiaca e permettono all’anima di vibrare e condizionano l’umore di una settimana in realtà corta, divenuta lunghissima ed intensa per la carica emotiva a corredo di un appuntamento storico.
‘Abbiamo un sogno nel cuore’, cantano le anime partenopee nel tempio dedicato al più grande calciatore di tutti i tempi. Proprio negli istanti in cui il giornalista di Dazn Pierluigi Pardo si pone la domanda ‘sorrentiniana’: si può essere felici nel posto più bello del mondo? La risposta è affermativa. Fatevi un giro per Napoli oggi (per la festa con il bus scoperto sul Lungomare) prima o dopo il lavoro oppure quando avete tempo in questi giorni. Tanto i festeggiamenti continueranno. Ne gioveranno la mente e gli occhi. Catarsi per chi necessita di staccare la spina e regalarsi una giornata all’insegna delle celebrazioni dello Scudetto più sofferto, invocato ed anche inaspettato.
Napoli Scudetto numero quattro, la gioia della città
E chi l’avrebbe detto che dopo un decimo posto… siamo di nuovo Campioni. Due tricolori a distanza di poco più di settecento giorni. Con Antonio Conte, l’avversario juventino per eccellenza ma professionista applaudito, ringraziato e probabilmente congedato dal ‘Maradona’. Che venerdì sera alle ore 22:48 ha registrato una scossa di magnitudo 4.0 nella scala della felicità. Stavolta non sono i Campi Flegrei a tremare. L’epicentro è a Fuorigrotta ma le onde sismiche si percepiscono ovunque ci sia un napoletano nel mondo: chiedere a parenti, amici o conoscenti in giro per il globo. Da Londra a New York, passando per Parigi, Madrid e Barcellona. E per chi ha paura dell’aereo basti farsi un giro dalle parti del Duomo di Milano per rendersi conto che ci sono praticamente ovunque una maglia e una bandiera azzurra pronte per essere sventolate.
Scott McTominay sfrutta l’assist di Matteo Politano per saltare in cielo e colpire con una sforbiciata il pallone e realizzare una pregevole rete che manda in estasi il ‘Maradona’. In cui sono e saranno sempre presenti le sembianze di Sua Maestà. Fumogeni azzurri e dagli spalti non si riesce ad intravedere più il campo. Che invece è limpidissimo nell’azione in solitaria di Romelu Lukaku, che ricorda per sé e per tutti cosa è capace di fare. Prepotenza, arroganza, fisicità e killer instinct per mettere al tappeto il non irresistibile collettivo del Cagliari, sbarcato in terra ferma con pochi fronzoli. E una salvezza ottenuta cinque giorni prima contro il Venezia.
Il segreto dello Scudetto del Napoli di Conte
È lo Scudetto del temperamento, del sacrificio, delle continue novità tattiche, del lavoro di Lukaku, che ha fatto a sportellate con i difensori e con le critiche. Talvolta giuste, spesso feroci e inverosimili. Perchè il suo modus operandi, funzionale alle richieste del mister, ha permesso a McTominay di esaltarsi ed esprimersi al meglio. Così come Anguissa, autore di una stagione superiore all’annata con Luciano Spalletti. Degli interventi di Meret e dei ripiegamenti in fase di non possesso di Politano. Della stagione straordinaria di Rrahmani che ha perso la compagnia di Buongiorno per buona parte della stagione, ma ha saputo guidare Juan Jesus, Rafa Marin e Olivera in maniera egregia.
È il successo di Conte che ha saputo caricarsi sulle spalle una squadra stanca, demotivata e disorientata dopo le paturnie, gli errori e la scarsa gestione dell’intero anno precedente. Quando il presidente Aurelio De Laurentiis si sentì in diritto di poter agire in prima persona e incaricare il direttore sportivo Meluso a ritiro di Dimaro già avviato. L’ex Commissario Tecnico della Nazionale ha ricucito lo strappo – a suo dire non è stato difficile – con il Capitano Di Lorenzo, ha preteso l’arrivo di Romelu Lukaku e ha insistito per l’approdo alle pendici del Vesuvio di Scott McTominay e David Neres.
La risposta al quesito di Sorrentino
Gli innesti di Buongiorno e Spinazzola arrivarono dopo l’Europeo. La squadra a Castel di Sangro era un cantiere aperto con Victor Osimhen, che si allenava soltanto in parte con la squadra. Non partecipava alle partitelle e scappava nello spogliatoio per aggiornare i messaggi e le chiamate da Parigi, Manchester e successivamente dalla Turchia. Conte ha lavorato sodo con una squadra che a gennaio anziché rinforzarsi, salutava l’idolo Kvaratskhelia, che aveva deciso di andare a giocare con la maglia del Paris Saint Germain. Con la quale sfiderà il 31 giugno l’Inter in finale di Champions League.
Come si fa a chiudere gli occhi dopo una serata simile? Come ve lo spiego? C’è una città in delirio. Invasa da turisti e appassionati. Che non vedono l’ora di condividere l’atmosfera con noi. La storia ho voluto una nuova data. Da imprimere nella memoria collettiva. Nel giorno della strage di Capaci, il Napoli regala una gioia immensa al popolo partenopeo. Ed è proprio vero. Si può essere felici nel posto più bello del mondo.
La redazione di Napolizon invita a leggere anche: De Laurentiis: “sogno De Bruyne al Napoli. Nuovo stadio da 70mila posti”
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