4 Settembre 2024

Calcio Napoli, il triste epilogo della vicenda Osimhen

Credit immagine SSC Napoli

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CALCIO NAPOLI, IL TRISTE EPILOGO DELLA VICENDA OSIMHEN

Era il 31 luglio del 2020. Poche settimane dopo la prima ondata di Covid-19. La grande paura alle spalle. Con cautela, con il sorriso velato ma presente sotto i segni delle mascherine e il calcio come valvola di sfogo e distrazione in una città che mangia pane e pallone.

Napoli avvertiva il distacco dal San Paolo: non potevamo sapere che di lì a poco il tempio cambiasse denominazione. Ad abbagliare l’insolita estate partenopea arrivò un giovane centravanti nigeriano. Dal confine con il Belgio alle pendici del Vesuvio. Sbarca nel capoluogo partenopeo Victor Osimhen. Cifre dell’operazione ancora misteriose. Il ragazzo che vendeva bottigliette d’acqua ai semafori di Lagos è un diamante grezzo, da svezzare e difendere. Da aiutare e responsabilizzare. Innata predisposizione al sacrificio e rincorrere il pallone, che gli ha salvato la vita. Il disegno provvidenziale è insito nel suo nome: “Dio è buono”.

Calcio Napoli, la stagione strabiliante dello Scudetto

Forza fisica ed atletica, abbinate ad agilità e potenza. Non eccellente sul piano tecnico. Soltanto gli incompetenti però non si accorgono delle qualità del classe ’98. Per Spalletti è come Matilde. Lo richiama e lo aiuta. Victor cresce e matura. Diventa uomo, prima di migliorare come calciatore. L’upgrade certifica il valore del centravanti, che a suon di gol regala lo Scudetto al Napoli. Non è Giordano, non è Careca. Altri tempi, paragoni inutili.

Sarebbe blasfemo soltanto accostarlo a Sua Maestà. Victor è un attaccante moderno. Devastante negli spazi aperti. Un incubo per i difensori. Un uragano che si abbatte con violenza sulla stagione 22/23. Insieme a Kvaratskhelia, l’elemento in grado di determinare l’over perfomance del collettivo. Victor è tra i più acclamati a Capodichino, dopo Torino. Ed è dipinto sui palazzi. Non è un sacrilegio riporre Osimhen due gradini sotto Cavani e Higuain. Paragoni decontestualizzati. Victor ha riportato dopo 33 anni di attesa il tricolore a Napoli. I volti lucidi di genitori e figli che si abbracciano e sventolano con orgoglio le bandiere azzurre. Con il viso di Victor.

Le chiacchiere perdono di vista il pallone

I festoni sbiaditi vengono raccolti per strada. Lo stadio ‘Maradona’ perde l’entusiasmo e comincia a reclamare rispetto e impegno. Nello spogliatoio ecco le prime diatribe. Dopo il congedo a Spalletti e Giuntoli, il presidente si sente in diritto di poter decidere da solo. I pieni poteri rappresentano l’anticamera dei disastri. La società rifiuta un’offerta faraonica dagli sceicchi di Parigi: 150 milioni. E ds Meluso arriva a fine luglio. Il campo lascia repentinamente spazio a TikTok, al gossip e alle esternazioni di agenti, amici e familiari dei calciatori. Nel vortice emotivo viene centrifugato anche Osimhen, alter ego di sé stesso. Come tutti i compagni. Victor però non è come gli altri. Victor è un patrimonio milionario del Napoli. Anche più dell’amico Kvara, che intanto è spettatore interessato. Rimpianti e pentimenti animano le notti insonni del patron, che prima di essere tifoso è un imprenditore. Il danno economico è stato fatto. La stagione è compromessa. Nel periodo natalizio, la mossa con retrogusto agrodolce.

Calcio Napoli, ingaggio e rinnovo con clausola per Osimhen

Ingaggio da 10 milioni a stagione per Osimhen, con clausola a 130 milioni. Il rinnovo è propedeutico alla cessione. Sulle sponde della Senna O all’ombra di Buckingham Palace? L’Arabia è sullo sfondo. L’arrivo di Conte chiarisce la situazione: “Spetta a me ogni decisione. Su Osimhen ci sono accordi precedenti”.

Victor vuole giocare altrove. Il Napoli vuole accontentarlo. Le richieste sono alte per tutti. Gli arabi non possono staccare sempre assegni milionari. A Londra, le società interessate non hanno intenzione di pagare la clausola. E così si procede in un perpetuo ballo delle incertezze, che condizionano le altre operazioni di calciomercato. Osimhen a Castel di Sangro entra in campo. Un paio giri di campo e di corsa in palestra. Per allenarsi a parte, lontano dal gruppo. Dagli schemi di Antonio Conte, che non vuole vederlo negli allenamenti di tattica e nemmeno nelle partitelle. Mai convocato per le amichevoli.

Addio Osimhen : l’epilogo di un romanzo strappalacrime

Victor non è disponibile. È l’escluso di lusso. Da trascinatore dello Scudetto a calciatore fuori rosa da 10 milioni a stagione. Il patron De Laurentiis acquisisce le prestazioni sportive di Neres, Lukaku, McTominay e Gilmour senza attendere il finale della storia Osimhen. Finale che arriva lunedì 2 settembre.

Forte interesse del Galatasaray per il ragazzo, che accetta le avances. Prestito senza obbligo, con stipendio che verrà pagato dai turchi. Intanto rinnovo con gli azzurri con nuova scadenza fissata al 2027, con possibilità di poter essere ceduto a gennaio o a giugno, ma non risultando così in scadenza. Con clausola ribassata a circa 75-80 milioni, la cifra che De Laurentiis ha chiesto ai sauditi dell’Al Ahli.

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