Cacciatori di ricci di mare arrestati dai carabinieri nella Gaiola
Cacciatori di ricci di mare arrestati dal comando dei carabinieri subacquei, praticavano il bracconaggio nelle acque della Gaiola
I carabinieri subacquei hanno arrestato alcuni cacciatori di ricci di mare accusati di frode.
A darne notizia è il quotidiano La Repubblica.
Infatti, stando alle prime informazioni, i due uomini, originari di Torre Del Greco, erano soliti dirigersi nell’Area Faunistica protetta della Gaiola.
Dopo l’arrivo delle forze dell’ordine, gli operatori ecologici della zona protetta hanno sottratto ben 38 chili di ricci.
Tale peso corrisponde ad un numero di ben 100 esemplari da riportare nelle acque.
La naturalista della ONLUS CSI Gaiola, Paola Masucci, ha commentato tale accaduto sulle pagine del Mattino:
«È importante capire che questa attività di pesca illegale, oltre ad incidere drasticamente sulla popolazione di questa specie nell’area, provoca gravi ripercussioni sull’intera comunità biologica marina costiera. La rarefazione del Paracentrotus lividus, ha, ad esempio, immediate conseguenze negative sull’abbondanza degli stock ittici degli Sparidi, rappresentandone una delle fonti di nutrimento principali, e quindi, in ultima analisi, tale saccheggio continuativo sulle nostre coste danneggia direttamente anche i pescatori onesti dediti alla piccola pesca costiera»
Anche Maurizio Simeone, responsabile dell’area faunistica, ha commentato la vicenda.
Infatti la colpa ricadrebbe sulla nuova moda culinaria dello spaghetto al ricci di mare, facendo si che la caccia illecita di questi esemplari sia in crescita.
Simeone afferma che sarebbe necessario “rivedere la normativa vigente per vietare la pesca del riccio di mare nei nostri mari”.
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