Bradisismo Campi Flegrei: l’inutile allarmismo danneggia il turismo
L'incidenza arriva fino al 20% di cancellazioni. Gli imprenditori chiedono di evitare inutili allarmismi
BRADISISMO CAMPI FLEGREI – Il bradisismo che sta causando terremoti nella zona dei Campi Flegrei danneggia il turismo. Nonostante gli appelli degli albergatori a non fare inutili allarmismi, le prenotazioni sono calate con una percentuale fino al 20%.
L’allarmismo arriva principalmente dall’estero, con articoli che danno notizie erronee sulla questione. I turisti, informandosi su internet, cancellano le loro prenotazioni. Ad essere danneggiate in particolare, le attività alberghiere dei Campi Flegrei tra Cuma e Pozzuoli.
Terremoto Campi Flegrei: le parole di Mazzarella e Schiavo
Gianna Mazzarella, presidente della Sezione Turismo dell’Unione Industriali di Napoli, chiarisce la questione e chiede di evitare allarmismi:
“Va fatta chiarezza, ma senza fare allarmismi. Si tratta di un fenomeno tipico di una terra vulcanica, anche se sono gli scienziati a dover fornire risposte. La città continua comunque a vivere, in ogni suo aspetto e conveniamo con il sindaco Manfredi, se dice che queste attività non preludono a un’eruzione. Abbiamo iniziato a registrare le prime cancellazioni da parte dei vacanzieri in arrivo a Napoli, un 15% dei prenotati per il prossimo weekend: il fenomeno si è avviato e speriamo che venga gestito al meglio anche a livello di comunicazione, così da farlo rientrare”.
Anche Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania, interviene sulla questione:
“Non dobbiamo cadere nell’errore commesso con Casamicciola l’anno scorso dove per una sola zona in pericolo è risultata a rischio tutta l’isola d’Ischia, con gravi danni per le attività turistiche. Napoli è sicura, a oggi. Il bradisismo è concentrato in una zona precisa e ha cause scientifiche che gli esperti stanno spiegando. I turisti non hanno da temere. Nell’area flegrea le entrate sono già inferiori del 20%. La preoccupazione sta iniziando a incalzare. In caso di calo ulteriore delle presenze bisognerà creare una forza comune e pensare a misure ad hoc nei confronti dei ristoratori di zona. Per esempio, una cassa integrazione per i dipendenti. Se la situazione non si modificherà, il calo di incassi aumenterà”.
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