25 Ottobre 2020

Bombe carta sulla polizia a Roma: manifestanti dispersi

Continuano le proteste anti-lockdownk. Dopo Napoli, le agitazioni arrivano a Roma, in Piazza del Popolo: bombe carta sulla polizia e manifestanti dispersi

Dopo la guerriglia esplosa a Napoli nella notte tra il 23 e il 24 ottobre, le proteste anti-lockdown hanno raggiunto la Capitale. Sono circa 400, infatti, i manifestanti che a Roma, questa notte, hanno agitato Piazza del Popolo, dando vita a scontri con le forze dell’ordine. Dopo un violento lancio di bombe carta lanciate verso la polizia, gli agenti hanno dovuto disperdere i manifestanti.

A organizzare quello che inizialmente sarebbe dovuto essere un presidio (comunque non autorizzato) è stata una delegazione di Forza Nuova, il movimento fascista presente anche nelle proteste di Napoli. Nonostante il leader di questo gruppo, Giuliano Castellino, avesse parlato di una manifestazione pacifica di disobbedienza civile, dopo appena tre minuti di presidio sono partiti dei razzi indirizzati proprio verso le forze dell’ordine. Una sorta di segnale per lanciare la carica.

Infatti, appena dopo i razzi, è cominciato il lancio delle bombe carta, sempre all’indirizzo delle forze dell’ordine che, data la situazione, hanno dovuto disperdere i manifestanti verso il lungotevere e piazzale Flaminio. Ma qui sarebbe partita una vera e propria guerriglia, con cassonetti incendiati, cariche e motorini lanciati verso gli agenti presenti. Altri militanti dell’estrema destra romana hanno creato disordini anche nel vicino quartiere Prati. Otto persone sono state fermate.

Manifestazione a Roma, due donne: “Lo Stato ci deve aiutare”

Al fianco dei fascisti sono scesi in piazza anche alcuni civili, in particolare titolari o lavoratori di quelle attività che maggiormente sono state colpite già dalle prime misure restrittive. Tra questi, due donne si sono fatte notare: hanno steso un tappetino per terra e hanno iniziato a raccontare le loro storie. La prima, Laura, imprenditrice: “Ho un ristorante in centro, altre sei attività e 90 dipendenti da pagare. Da lunedì non so dove andare a sbattere“. La seconda, Sara, è invece stata licenziata da un ristorante. “Io vivo con mia madre – racconta –, per me non ci sono aiuti!“.

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