19 Aprile 2021

Blitz anti droga, furgoni del caffé e il rapporto tra camorra e ‘ndrangheta

Ischia droga giugliano 34enne pusher

Da Reggio Calabria a Reggio Emilia l’operazione anti droga che ha smascherato la “collaborazione” tra camorra e ‘ndrangheta. Arrestata una guardia giurata

Un blitz anti droga che ha visto le operazioni delle forze dell’ordine viaggiare per circa 1000 e più chilometri, da Gioia Tauro a Reggio Emilia passando per Cosenza, Salerno, Caserta, Napoli, Ancona fino a Imperia.

Il blitz ha mostrato i rapporti tra camorra e ‘ndrangheta e l’emergere di nuove cosche oltre ai rapporti di fiducia e corruzione di insospettabili come anche una guardia giurata ma andiamo per gradi.

Spaccio, racket e una nuova guerra tra clan in Campania tra i Fabbrocino e un clan emergente alla ricerca di nuovi affari.

La procura di Napoli e i carabinieri hanno portato alla luce l’inchiesta che ha visto l’arresto di 26 persone e 50 milioni di euro di perquisizioni per metà Paese.

Come funzionava il mercato

Giuseppe Giuliano (o’ minorenne), omonimo del clan acquistava droga tramite l’alleanza con la ‘ndrina calabrese dei Pesce-Bellocco a Gioia Tauro, luogo di arrivo della merce e di un primo smercio.

Successivamente la droga custodita, partiva e veniva trasportata da alcuni incensurati insospettabili in alcuni furgoni per la distribuzione del caffè come copertura.

Intanto nel napoletano due clan, il primo riconducibile ad Antonio Giugliano (o’ Savariello) che fa capo a Mario Fabbrocino e il secondo che fa capo a Rosario Giugliano (o minorenne), sicario del clan Galasso, hanno cominciato la faida in quanto o’ minorenne starebbe cercando di affermare una nuova egemonia nell’area di Poggiomarino.

Ha così stretto alleanze con i Batti di San Giuseppe Vesuviano e alcuni gruppi criminali dell’agro nocerino sarnese come i Ferraiuolo.

L’inchiesta ha mostrato una fitta rete di spaccio di cocaina e marijuana, stoccata dai Formicola a San Giovanni a Teduccio.

Droga che veniva poi portata anche nella Piana del Sele e nel Cilento.

Tra gli insospettabili affiorano anche addetti delle pulizie e donne e minorenni.

Il cantante

Come rivelano i colleghi del corriere del mezzogiorno, Rosario Giugliano che era già sottoposto alla sorveglianza speciale, aveva spostato l’asse dei suoi traffici illeciti a Pagani, in provincia di Salerno, grazie anche all’aiuto del figliastro Alfonso Manzella, cantante neo melodico che a quanto pare, utilizzava le sue canzoni per reclutare nuovi membri del clan.

La musica non era solo il mezzo per reclutare nuove leve ma per riciclare il denaro sporco acquistando quote societarie di alcune aziende fuori dalla Campania.

Fonte https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it

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