Bambina mangia formaggio di latte crudo e finisce in ospedale
Bambina mangia un formaggio a base di latte crudo e viene ricoverata. Un batterio presente nel prodotto stava per stroncarle la vita a solo 1 anno
Bambina formaggio. Una bambina di appena un anno è stata ricoverata in ospedale dopo aver mangiato del formaggio a base di latte crudo. Il fatto si è verificato la scorsa settimana a Cortina d’Ampezzo (Belluno).
La bimba è stata ricoverata con una grave tossinfezione da Escherichia coli complicata da sindrome emolitica-uremica.
Bambina ricoverata per un pezzo di formaggio
Una tragedia sfiorata a Cortina. La bambina per poco non ha perso la vita dopo aver mangiato un latticino crudo. SI tratta di un formaggio saporito di montagna di un caseificio trentino della Val di Fiemme.
A darne notizia nel tardo pomeriggio di martedì pomeriggio, l’organizzazione sanitaria veneta Ulss 1 Dolomiti. Il fatto si è verificato martedì scorso, quando la bambina è stata ricoverata prima in Alto Adige a San Candido, poi a Brunico. Per l’aggravarsi delle condizioni di salute è stata poi spostata ancora a Bolzano e infine a Padova.
La presenza dell’Escherichia Coli (Stec) nel formaggio ha scatenato la reazione. A complicare il quadro anche la Sindrome Emolitico Uremica (Seu) a carico della bimba.
Si tratta di una infezione intestinale di origine generalmente alimentare, che talora, come nel caso indicato, si complica con impegno ematologico e renale. Per fortuna la bambina è rapidamente migliorata ed è stata dimessa nella giornata di lunedì.
Formaggio ritirato dal mercato
Il formaggio in questione è stato prontamente ritirato dalla vendita. Infatti, le analisi del Laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale delle Venezie hanno confermato la presenza di alcuni ceppi di E. coli particolarmente virulenti (STEC, ShigaToxin-producing Escherichia Coli).
Questi ceppi colpiscono prima di tutto l’intestino, anche con grave diarrea emorragica. Inoltre, in soggetti fragili come i bambini possono causare danni renali, intestinali e cerebrali, oltre ad aumentare il rischio di SEU (sindrome emolitica-uremica).
Quest’ultima porta a insufficienza renale acuta e anemia, ed è fatale nel 20% dei casi. Per questo motivo la bambina è stata particolarmente fortunata.
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