30 Luglio 2015

Babà nero, Napoli si schiera contro il razzismo

Babà nero

Babà nero diventa il simbolo dell’integrazione e della tolleranza. Così Napoli, da sempre città multietnica, propone una personale lotta al razzismo

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Si sa, Napoli è da sempre tradizione e cultura. In un clima di grande e motivato fermento, i pasticcieri napoletani hanno dato vita ad una particolare creazione: il Babà nero. Il Babà, famosissimo dolce della tradizione partenopea, così come la storia riporta, nacque casualmente da una sperimentazione.

Vari i racconti che si affollano intorno alla figura del re polacco, Stanislao Leszczynski, grazie al quale è stata possibile la realizzazione di questo dolce. Alcuni volevano il sovrano privo di denti e per questa ragione, non potendo mangiare il troppo asciutto dolce Kugelhupf , di alsaziana memoria, dicono che lo avesse bagnato con il Tokaj e uno sciroppo. Altri preferiscono pensare al sovrano come ad un uomo accidioso e indisciplinato e in un momento d’ira riferiscono che avesse scagliato il dolce in una credenza, facendo di conseguenza rompere una bottiglia di rhum.

Dopo averlo assaggiato nella sua nuova versione, il re pare che ne fosse rimasto particolarmente colpito e se ne fosse innamorato al punto da spodestare il consueto kugelhupf. Da qui il nome in onore del famoso personaggio de “Le mille una notte”, Alì Babà. Qualunque sia la sua origine, il Babà, insieme alla pizza, alla sfogliatella e ad altre prelibatezze locali, rappresenta la città di Napoli e nella sua ultima versione la città che lotta fortemente contro il pregiudizio.

Il Babà nero, ai già rinomati ingredienti, aggiunge il caffè Kenon, arricchendo di sapore il suo già delicatissimo gusto. Nella lotta per favorire l’inclusione e la condivisione anche il Babà combatte la sua particolare e personalissima battaglia. Anche il palato si è adeguato! Nell’attesa del suo successo, non resta altro da fare che dare il benvenuto al Babà nero ed invitare tutti ad assaggiarlo!

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