4 Maggio 2020

Autostrada: 1 viaggiatore su 4 positivo ai test rapidi su coronavirus ma…

test

Su 60 viaggiatori fermati in autostrada oggi, 14 sono risultati positivi al coronavirus ma attenzione cosa sono i test rapidi?

Autostrada infuocata – Ma attenzione! c’è differenza tra tamponi e test rapidi, questo bisogna dirlo subito.

Perché ciò che è uscito oggi pomeriggio da La7, assomiglia più a una tragedia annunciata che per fortuna di fatto non è.

Perché successivamente il tran tran sui social ha scatenato l’ira di chi non voleva assolutamente il rientro dei cittadini campani dal nord.

Ebbene su 60 casi rilevati, 14 risultavano positivi al test rapido che è diverso dal tampone.

Perché questa precisazione?

Perché il test rapido rileva la presenza di anticorpi e non del virus all’interno dell’organismo, dunque presuppone sommariamente che il soggetto analizzato abbia già contratto il coronavirus e quindi abbia sviluppato di conseguenza gli anticorpi.

Dalle immagini di Tagadà si chiarisce in un secondo momento la diversità dei due test ma purtroppo i social hanno riportato solo la prima parte del servizio.

Restano comunque da dire due cose:

I test rapidi, o sierologici, sono in questi giorni oggetto di discussione per la poca affidabilità, in quanto esistono molti tipi di t. in commercio poco precisi che generano molti falsi positivi.

Quelli usati sulle autostrade in questi giorni sono t. rapidi per il rilevamento degli anticorpi mediante anticorpi ELISA per il rilevamento di proteine virioniche.

Inoltre qualora si accertasse la positività al t. rapido, il soggetto analizzato dovrà essere sottoposto solo successivamente al tampone e le probabilità che questo possa confermare la positività al coronavirus sono molto basse.

L’avvertimento dei medici: “I test non sono efficaci per la ricerca del Covid”

“I test rapidi sierologici non possono essere utilizzati per la diagnosi di Covid-19, la diagnosi deve essere effettuata mediante test molecolari su tamponi nasofaringei”.

A dichiararlo sono la professoressa Maria Chironna, responsabile del laboratorio Igiene del Policlinico di Bari, centro di riferimento regionale Covid-19, e Angelo Paradiso, direttore scientifico Irccs Giovanni Paolo II di Bari.

Come spiegano infatti “…i t.rapidi per anticorpi anti-SARS-CoV-2 non sono adatti per la diagnosi di infezione, ma danno buone informazioni sulla risposta immunologica nei confronti del virus e possono essere utilizzati solo a complemento nell’algoritmo diagnostico.

  • “Dalla valutazione effettuata su circa 300 campioni processati in parallelo (sangue e tampone) è emerso che i test rapidi, anche in soggetti con sintomi, non sono sensibili quanto i test su tampone nasofaringeo;
  • I test sierologici non evidenziano infezioni da SARS-CoV-2 in soggetti con esordio sintomi recente (meno di 5-7 giorni);
  • Qualora il campione sierologico è positivo e il soggetto ha sintomi suggestivi di Covid-19, il test rapido ha una buona predittività (vuol dire che è molto probabile che si tratti di una vera infezione da SARS-CoV-2)”.

I due professori evidenziano che il risultato “è in linea con quanto ribadito nella circolare ministeriale del 3 aprile 2020 a proposito delle indicazioni relative alla diagnosi di laboratorio”.

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