Armi Italia in Ucraina, Guerini al Copasir: “Massima riservatezza sulla lista degli armamenti”, ecco i motivi alla base di questa scelta

Armi Italia in Ucraina – Il terzo decreto interministeriale per l’invio di armamenti in Ucraina sarà spiegato oggi al Copasir dal Ministro della Difesa, Guerini.

Secretata la lista degli armamenti pronti ad essere inviati nel Paese in guerra, esattamente come nei due provvedimenti precedenti.

Il prossimo 19 maggio, invece, il premier Draghi terrà la classica informativa sull’Ucraina a Camera e Senato.

Ma perché vige lo stretto riserbo sugli armamenti che verranno inviati a Kiev?

Il motivo è stato già spiegato dallo stesso Guerini e può essere sintetizzao in tre punti essenziali:

• Per non far percepire alla parte russa in termini provocatori questa attività, avendo cura di non enfatizzarne la comunicazione
• Per non rendere note le eventuali vulnerabilità e criticità delle forze armate ucraine
• Perché in certi casi i Paesi produttori di armi hanno chiesto di mantenere la riservatezza

Per Adolfo Urso, presidente del Copasir, la riservatezza è un’ottima scelta, quasi obbligata, perché “Il Copasir, a differenza del comitato precedente, il Copaco, non si occupa solo di controllare l’operato dei servizi segreti, ma più in generale della sicurezza nazionale. Per questo motivo i nostri lavori sono a porte chiuse. Il Copasir, poi, dev’essere composto da cinque senatori e cinque deputati; a rigore dovrebbero essere metà della maggioranza e metà della minoranza; il presidente obbligatoriamente dev’essere di un partito di opposizione. Sono le giuste garanzie democratiche per il controllo sull’operato del governo in questa materia così particolare”.

Stavolta, pare che le armi che verranno inviate a Kiev saranno più pesanti.

Non carri armati né droni, ma – come riportato dai colleghi de Il Corriere della Sera – forse ci saranno gli obici da 155/39 FH70, cannoni con un motore che permette riposizionamenti e piccoli spostamenti, che hanno una gittata di più di 20 km.