Arcangelo Correra: disposto il carcere per il 19enne

ARCANGELO CORRERA-Arcangelo Carrera è il ragazzo ucciso da un colpo di arma da fuoco, la notte del 9 novembre, in via dei Tribunali, nel centro storico di Napoli. Indagato per la sua morte, R. C., 19enne suo amico. Secondo gli inquirenti, il ragazzo ha fornito versioni piuttosto inverosimili su ciò che è accaduto quella sera, versioni che forse ha concordato con il suo gruppo.

Il gip non ha convalidando il fermo, ma ha disposto la detenzione in carcere per il 19enne, accusato di essere in possesso di un’arma da fuoco e averla usata per uccidere Arcangelo Correra.

Arcangelo Correra: la versione piena di contraddizioni

Al gip, R. C. ha raccontato di aver trovato la pistola per caso in piazzetta Sedil Capuano e di averla impugnata, credendo fosse un giocattolo. Stando alla sua versione dei fatti, Arcangelo lo avrebbe provocato, mostrando il petto. Solo dopo aver sparato il colpo, R. avrebbe realizzato che l’arma fosse vera.

Il giudice ha ritenuto molto improbabile questa versione. La pistola non era rintracciabile e dotata di un caricatore esteso che può contenere 26 cartucce. Era un’arma importante, dunque pare poco credibile sia stata abbandonata per strada alla mercè di chiunque. Inoltre, anche dopo lo sparo l’atteggiamento è parso strano. R.C., dopo aver accompagnato l’amico al Pronto Soccorso, è tornato a casa, si è cambiato i vestiti e ha chiesto allo zio di andare a recuperare sia lo scooter sia la pistola.

Il caso: le dichiarazioni degli amici

Mentre Caiafa ha raccontato che al momento dello sparo, tutti gli amici guardavano i due giovani, i ragazzi hanno detto di non avere visto nessuna arma e di non avere visto nemmeno il momento dello sparo, perché tutti voltati da un’altra parte.

Anche quest’altra circostanza ha indotto il gip a ritenere indispensabile la custodia cautelare: è più prudente infatti che Caiafa non abbia contatto con i ragazzi che erano con lui quella sera così da non influenzarli in alcun modo.

FONTE: Fanpage

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