Allarme carceri: l’appello di Aldo di Giacomo
Foto di repertorio

Allarme carceri: l’appello di Aldo di Giacomo – Il segretario generale del Sindacato di polizia penitenziaria, Aldo Di Giacomo, ha lanciato un duro allarme. Nelle carceri italiane, comprese quelle di alta sicurezza, si starebbe ripercorrendo lo scenario già visto negli anni Ottanta e Novanta. Nonché gli anni in cui capi camorra e boss mafiosi impartivano ordini dentro e fuori dalle celle.
Secondo il segretario generale, la combinazione è duplice: da un lato violenze e soprusi ai danni dei detenuti più deboli. Dall’altro una riduzione sempre più proficua del numero dei collaboratori di giustizia. Quest’ultimi sempre meno fiduciosi nello Stato.
Allarme carceri: l’appello di Aldo di Giacomo, segretario generale del Sindacato di Polizia penitenziaria
All’interno delle strutture penitenziarie si sarebbe sviluppato un mercato della droga da circa dieci milioni di euro l’anno. Oltre alle sostanze stupefacenti tradizionali, circolano nuove tipologie:
- pasticche come la “blu punisher”
- farmaci tritati o sniffati
- cerotti alla morfina
- francobolli impregnati di sostanze stupefacenti.
Uno scenario che, secondo il sindacato, il personale penitenziario non è attrezzato per riconoscere e contrastare adeguatamente. Accanto alla droga prospera anche il mercato clandestino dei cellulari. I detenuti più fragili, denuncia Di Giacomo, vengono costretti con la violenza a custodire i telefoni e a occuparsi degli “affari sporchi” dei boss.
In questo modo, i clan continuano a esercitare il controllo all’interno e all’esterno delle strutture, approfittando del sovraffollamento e della cronica carenza di organico tra gli agenti penitenziari. Occorre un intervento immediato per mettere fine a questo sistema che continua ad organizzarsi e a far sentire la propria impronta.
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