Agguato bar a Sant’Anastasia: fermati due giovani
Agguato bar a Sant'Anastasia: nella sparatoria è rimasta ferita una famiglia innocente, fermati un 19enne e un 17enne legati alla malavita
Agguato bar a Sant’Anastasia: Nella tarda serata di ieri, martedì 24 maggio 2023, verso le 23:30 circa, una famiglia è rimasta ferita durante una sparatoria avvenuta all’esterno di un bar in Piazza Cattaneo a Sant’Anastasia, comune della periferia nord-est di Napoli.
Stando alla ricostruzione dei fatti, si sarebbe trattato di una “stesa”: una raffica di colpi sparati a caso a scopo minatorio contro i proprietari dell’attività e non contro la famiglia, rimasta coinvolta accidentalmente.
Sembra che i due ragazzi siano stati allontanati dai gestori di un bar ubicato di fronte a quello dove era seduta la famiglia, per aver litigato con dei coetanei. Dunque, per vendicare “l’offesa” subita, gli autori della sparatoria sarebbero tornati due volte a bordo di uno scooter: la prima ostentando un revolver e un mitra con atteggiamento minaccioso, la seconda esplodendo 10 colpi contro le vetrine.
La famiglia, originaria di Pollena Trocchia, stava mangiando un gelato all’esterno dell’esercizio quando è stata raggiunta dai colpi di arma da fuoco: il padre, un uomo di 43 anni, è stato colpito alla mano ed è ora ricoverato al Cardarelli, dove si trova anche la madre 35enne, ferita all’addome; più gravi le condizioni della figlia di 10 anni, la piccola Assunta, ferita alla testa. La bambina si trova attualmente in terapia intensiva al Santobono dopo essere stata sottoposta a due interventi chirurgici. Nonostante le sue delicate condizioni, fortunatamente, è fuori pericolo di vita.
L’episodio per poco non si è tramutato in una vera e propria carneficina, dal momento che all’interno del bar si stava svolgendo una festicciola di ragazzini, alla quale era presente anche un altro figlio della coppia, un bambino di 6 anni.
Agguato bar a Sant’Anastasia: Le forze dell’ordine, giunte sul posto insieme ai soccorsi, hanno avviato immediatamente le indagini per individuare i responsabili. Grazie ai filmati acquisiti dalle telecamere di videosorveglianza e alle testimonianze, già dopo poche ore, gli investigatori sono riusciti ad identificare i due che avevano aperto il fuoco.
Come riportato dall’Ansa, nel pomeriggio di oggi, giovedì 25 maggio 2023, è arrivato il provvedimento di fermo per uno dei due: si tratta di Emanuela Civita, 19enne residente a Somma Vesuviana, con precedenti per detenzione di armi e stupefacenti, il cui padre è ritenuto affiliato al clan camorristico D’Avino.
In seguito, si è costituito anche il complice, che si è presentato dai carabinieri accompagnato dal suo avvocato, quando già era stato emesso il provvedimento di fermo nei suoi confronti. Il ragazzo ha 17 anni ed è figlio di un pregiudicato ucciso 10 anni fa in un agguato di camorra a Somma Vesuviana.
Agguato bar a Sant’Anastasia: Il 19enne e il 17enne sono gravemente indiziati dei reati di tentato omicidio e porto illegale di arma.
L’episodio ha scatenato paura, rabbia e indignazione tra i residenti, i quali hanno lamentato la frequenza di futili sparatorie, che ogni volta rischiano di sfociare in tragedia.
Sull’agguato bar a Sant’Anastasia è intervenuto anche il deputato dell’Alleanza Verdi-Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, che sta seguendo la vicenda anche per sincerarsi delle condizioni della bambina ferita:
“Il cerchio si stringe. Ci auguriamo che a stretto giro si riescano a ricostruire tutte le dinamiche e che i colpevoli vengano condannati duramente per tentata strage e che si verifichi la provenienza delle armi. Dato che entrambi, anche per questioni familiari, sono legati al Clan D’Avino, magari è stato proprio esso a consegnare le ormai ai due.”
Borrelli ha aggiunto:
“In questa vicenda, forse per la prima volta, è saltato il muro di omertà e c’è stata piena collaborazione della cittadinanza con diversi testimoni che hanno fornito preziose informazioni agli inquirenti. È il segno di una mentalità che sta finalmente evolvendosi? Lo vedremo. Spiego: Ora diverse comunità cittadine si sono strette attorno alla famiglia colpita dai proiettili. Noi stessi daremo vita, tramite la nostra portavoce territoriale Ines Barone, ad una manifestazione a Sant’Anastasia. Ma questa repulsione collettiva nei confronti della camorra deve poi proseguire ad oltranza, perché soltanto se la si smetterà di trovare giustificazioni, come del tipo ‘finché si ammazzano tra loro…’, di voltare la testa dall’altra parte, di accettare il fenomeno camorristico come un vestito culturale di cui non siamo capaci di disfarci altrimenti resteremmo nudi, di ragionare soltanto per impulsi emotivi pensando che i clan esistano solo quando sparano, la cultura della camorra e dell’omertà potranno essere cancellate dalla nostra terra.”
Il deputato ha concluso:
“Se è difficile mandare giù che il popolo si ribelli soltanto in base agli impulsi emotivi, è inaccettabile che lo faccia lo Stato. Esso ha l’obbligo di combattere le mafie in ogni sede, con ogni mezzo e in ogni stagione, anche sostenendo e tutelando chi da sempre è impegnato nella lotta contro la criminalità organizzata.”
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