Simona Giglio, esplorare la mente attraverso lo scarabocchio
Simona Giglio, una giovane pittrice napoletana esprime l’istinto delle persone attraverso l’arte dello “scarabocchio”
NAPOLI – Simona Giglio è una giovane pittrice napoletana, diplomata al liceo artistico e laureata in Pittura presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Da quando era liceale ha preso parte a numerose mostre collettive, dal 2013 ha incrementato la sua attività espositiva, anche individuale. È stata selezionata per la Biennale napoletana del 2018, diretta dallo scultore Domenico Sepe.
La sua è un’arte considerata nell’accezione più totale del termine, come forma d’istinto, che scruta l’animo umano e tenta di psicanalizzarlo. Pur non basandosi su studi psicologici concreti, ha tentato di vedere nello scarabocchio di qualcun altro, un lato della loro personalità o l’espressione di qualche sentimento.
“Lo scarabocchio è una ricerca personale, nata per puro caso quando frequentavo il liceo. L’idea è partita mentre ero sotto la doccia e facevo lo shampoo. I miei capelli attaccati al muro mi suggerivano delle figure, quindi notai la somiglianza tra i capelli e il tratto di una penna” – racconta l’artista, parlando della sua ispirazione – “Cominciai a chiedere degli scarabocchi ai miei amici, e da lì trovai in essi qualcosa che li rappresentasse.”
Lo scarabocchio è un sentimento impresso su carta. Le sue figure, dapprima in bianco e nero e successivamente colorate, non sono altro che espressione dell’inconscio. Sono fatti ad occhi chiusi, senza volerlo, come il flusso di pensieri che colpisce l’uomo e non si frena.
“Ero scettica, ma capii che tutto ciò si basava sull’empatia. Per questo io definisco la mia pittura empatica” – continua Simona. Lo considera anche un modo per conoscere nuove persone, ciò che esce fuori è un pezzo della persona, che in quel momento si affida all’artista condividendo con lei gli stessi strumenti e, così facendo, anche gli stessi sentimenti.
La seconda fase, quella del colore, è anch’essa associata all’emozione che esce fuori dal disegno. “Siccome le emozioni forti sono pure, anche i colori che scelgo sono sempre forti e puri.”
Il messaggio dietro la sua arte…
“Il messaggio che voglio dare è che esistono anche altri metodi per mettersi in contatto con le altre persone, uno di questi metodi è fare arte. Lo dico a tutti coloro che pensano che i social siano l’unico mezzo possibile per comunicare.”
Ha cercato di regalare l’occasione di vivere da vicino la vivacità e la ricchezza dell’arte di oggi, debuttando con il suo spettacolo “CRISALIDE” metafora dello scarabocchio.
Inoltre ieri, 6 dicembre, la sua arte è stata scelta per omaggiare i vincitori del premio giornalistico internazionale “Campania Felix”, assieme a Claudio Cordova, Rosario Petito, Anna Ponti.
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