Terremoti a Napoli: intervista al Geologo napoletano Aruta
Ogni giorno raccontiamo di scosse e ‘tremori’ della terra. Per chiarirci le idee sui terremoti a Napoli abbiamo intervistato un professionista del settore: il geologo Aruta
I fenomeni sismici si stanno verificando sempre con maggiore frequenza nella nostra Regione.
Negli ultimi giorni i sismografi hanno rilevato diversi movimenti: ultimi quelli di questa notte nella zona della Solfatara.
Un grande spavento per le persone più vicine all’epicentro, ma anche per i cittadini dei comuni limitrofi.
Abbiamo chiesto ad Antonio Aruta, geologo e dottorando di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse all’Università Federico II di Napoli, dei chiarimenti riguardo questi ultimi eventi sismici:
Dottor Aruta, nelle ultime settimane, a Napoli e più in generale in Campania, si sono verificati diversi eventi sismici. È un caso che si siano concentrati tutti in questo periodo?
“Si, è un caso. Non bisogna dimenticare che con le attuali conoscenze scientifiche non è possibile prevedere un sisma.
Possiamo, però, tramite lo studio storico, geologico e soprattutto dei meccanismi tettonici e vulcano-tettonici che su varia scala generano i terremoti, definire la pericolosità sismica del territorio, individuando, di fatto, le aree che probabilmente saranno interessate da eventi sismici“.
Nella nottata di ieri c’è stato un terremoto con epicentro nella solfatara. Gli abitanti di Pozzuoli, soprattutto, hanno scritto di aver sentito un boato precedentemente al sisma. Da cosa dipende questo evento?
“Quella dell’altra notte, in località Pisciarelli, è stata una delle scosse più forti registrate in quella zona da quando la crisi bradisismica è ricominciata. La direttrice dell’Osservatorio Vesuviano Francesca Bianco, ha spiegato che eventi di questo genere possono essere considerati come fenomeni che rientrano nell’attuale dinamica della sismicità dei Campi Flegrei, attualmente in uno stato di attenzione.
Per il boato, quello che dobbiamo immaginare è che la quantità di energia sprigionata durante un terremoto si propaga dall’ipocentro sino in superficie dove le vibrazioni, incontrando l’aria, generano un “effetto altoparlante”. Per essere sintetici si può dire le onde responsabili di questo fenomeno sono le onde P (onde primarie, le più veloci) mentre, subito dopo giungono in superficie le onde S (secondarie) responsabili invece dello scuotimento. Generalmente, questo effetto è percepibile in prossimità dell’epicentro e va scemando con l’aumentare della distanza“.
Il ripetersi di queste scosse, sempre più frequenti nelle ultime settimane, deve destare qualche sospetto? La Campania è una zona ad alto rischio?
“La Campania è una regione interessata da terremoti sia di origine tettonica che di origine vulcanica.
La Protezione Civile ha pubblicato da tempo la classificazione sismica di tutti i comuni italiani raggruppati per regione e provincia. Per quanto riguarda la Campania, sicuramente le zone appenniniche sono quelle a più alta pericolosità“.
Quali consigli possiamo rivolgere ai cittadini in caso di terremoto più intenso? Quali sono le cose da fare e i comportamenti giusti da adottare?
“Innanzitutto, il terremoto è un fenomeno naturale, e l’Italia si trova geologicamente in un area molto complessa. Per cui dovremmo, più che preoccuparci, imparare a conviverci. Di conseguenza, dobbiamo porci delle domande su come mitigare il rischio sismico. Di sicuro vanno messi in pratica i suggerimenti sui comportamenti da tenere durante un sisma, dettati dal Dipartimento della Protezione Civile, ma serve anche che la gente partecipi alle iniziative di sensibilizzazione. Bisogna che le informazioni arrivino necessariamente a tutti.
Altra azione per la mitigazione del rischio sismico è un attento studio del territorio e delle strutture. In parte sta già avendo inizio con gli studi di microzonazione sismica che consentono di identificare in aree relativamente piccole come i comuni, le caratteristiche geologiche, geolitologiche, geotecniche e geomorfologiche per comprendere dove si genereranno delle amplificazioni delle onda sismiche.
Ricordate Casamicciola? Li a pochi metri di distanza dagli edifici crollati c’erano abitazioni intatte. Questo perché le caratteristiche appena citate cambiano anche in aree molto piccole.
In più risulta chiara la necessità di comprendere le condizioni delle strutture, e di questo se ne stanno già occupano i colleghi ingegneri ed architetti anche con iniziative gratuite come Diamoci una scossa… e se pensiamo che uno dei membri di questa grande iniziativa è il prof. Cosenza, uno dei massimi esperti di ingegneria sismica, vuol dire che siamo in buone mani.
In ultima, ma non per importanza, è continuare il lavoro di sensibilizzazione con la popolazione, un bell’esempio è stata l’iniziativa tenuta in occasione del 39° anniversario del terremoto dell’Irpinia, promossa dall’Ordine dei Geologi della Campania, presieduto dal Dott. Egidio Grasso, in cui vi sono state visite guidate nelle zone epicentrali intervallate da interventi scientifici“.
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