SSCN, il progetto disatteso ed il silenzio controproducente…
SSCN, ritiro non rispettato, prestazioni incomprensibili, rapporti disintegrati. E quel silenzio che nutre domande lasciate in sospeso a mezz’aria…
SSCN – E’ crisi piena, per il Napoli di Carlo Ancelotti.
19 punti in 12 gare di campionato sono un bottino scarso, ben più scarso rispetto a quello che i fantasiosi ed euforici pronostici dei tempi del ritiro lasciavano presagire e sognare.
Una settimana di fuoco, quella vissuta dalla Società Sportiva Calcio Napoli, si è appena chiusa e lascerà spazio a due lunghissime settimane di pausa.
Una pausa – dovuta agli impegni delle Nazionali – che servirà a riflettere sul da farsi, su decisioni da prendere, su risposte da dare.
Dopo l’ammutinamento della squadra, che ha interrotto volontariamente il ritiro, contro gli ordini della Società, addetti ai lavori e tifosi si aspettavano una signora prestazione contro il Genoa.
Prestazione che, invece, è stata deludente, sia nell’elaborazione del gioco – spesso asfittico e privo di idee – sia nello scialbo pareggio finale.
Il Napoli non vince più. E pare essersi calato in una crisi seconda solo a quella dei tempi bui del fallimento.
Una crisi che l’era De Laurentiis non aveva mai vissuto prima d’ora, non di questa portata.
Ed oramai è guerra civile, nell’ambiente Napoli.
Uno stato di guerriglia di tutti contro tutti: calciatori contro Società (o tecnico?), tifosi contro squadra. Il Capitano messo in discussione dalla piazza come fosse l’unico responsabile della crisi della SSCN, l’intera rosa contestata duramente dalla piazza durante l’allenamento a porte aperte – incomprensibilmente confermato dopo il caos post-ammutinamento – e durante il match contro il Grifone.
L’allenatore, il leader calmo, ha assunto – in questo scontro armato – il ruolo della Svizzera: prima si è detto contrario al ritiro, poi ha disertato la conferenza stampa post Napoli-Salisburgo e pre-ammutinamento, per infine tornare a Castel Volturno, solo con il suo staff.
E la Società?
Si rincorrono rumors, voci, che hanno la caratura di pettegolezzi di paese e che non trovano conferme né smentite dai diretti interessati.
Sì, perché la Società tace.
De Laurentiis è volato dall’altra parte del globo, probabilmente in attesa che si calmino acque che, però, paiono troppo agitate per poter essere placate dal solo scorrere del tempo.
Ed, intanto, il tempo passa.
E non arrivano decisioni. Non si sente alcuna dichiarazione ufficiale.
Ciò che resta è un grande senso di amarezza, l’inquietudine e lo sgomento dinanzi ad un’involuzione velocissima e verticale della squadra, in pochi mesi e ad un silenzio che pare fomentare il bellum omnium contra omnes, di cui l’ambiente Napoli è vittima e carnefice allo stesso tempo.
Divisioni, spaccature, che solo una ripresa della squadra potrà sedare ed una piena e consapevole assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori in scena.
Prima che sia troppo tardi.
ARTICOLO PRECEDENTE
Gianturco, campo rom: roghi tossici e degrado. La rabbia dei residenti
ARTICOLO SUCCESSIVO
ALLERTA METEO, domani scuole chiuse. Il post del sindaco De Magistris
Lascia un commento