Lacryma Christi, la storia e le leggende sul vino campano
Il vino Lacryma Christi è tipico del colle vesuviano. Rosso, bianco o rosè, è un DOC campano, completamente made in Napoli
Il Lacryma Christi è un vino prodotto con le uve auctone del Vesuvio, conosciuto già ai tempi degli antichi Romani. Le prime testimonianze della coltivazione dell’uva sul Vesuvio risalgono al V secolo a.C. Esistono, come per i migliori vini italiani, storie sulle origini che si perdono tra realtà e leggenda.
È grazie all’autore latino Marziale che abbiamo testimonianza dell’amore che i romani provavano per i vini italiani. “Bacco amò queste colline più delle native colline di Nisa” – riferendosi ai colli vesuviani.
Le zone di produzione sono in tutti i comuni vesuviani: Boscotrecase, San Sebastiano al Vesuvio e parte dei comuni di Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano, Terzigno, Boscoreale, Torre Annunziata, Torre del Greco, Ercolano, Portici, Cercola, Pollena Trocchia, Sant’Anastasia e Somma Vesuviana.
Il vino tra mito e leggenda
Esistono vari miti e leggende sul nome di questo vino:
- La prima riguarderebbe la caduta di Lucifero negli inferi. Lucifero, durante la caduta dal paradiso pianse e laddove caddero le sue lacrime, sorse la vite del Lacryma Christi.
- La seconda versione riguarderebbe la visita di Cristo ad un eremita, che prima del commiato gli avrebbe trasformato la sua bevanda poco bevibile, nel vino che oggi conosciamo.
- La terza è la versione più “storica“. Il Lacryma Christi veniva prodotto negli antichi tempi da certi monaci, il cui convento sorgeva sulle pendici del Vesuvio. Sembra che più tardi i Padri Gesuiti, padroni di vaste terre in quelle località, fossero quasi esclusivi produttori e detentori di questo prezioso vino.
Per quanto siano radicate le tradizioni del Lacryma Christi, l’istituzione della DOC è piuttosto recente e risale al 1983. Le uve sono coltivate solo in 15 comuni del napoletano, ad alta vocazione vitivinicola e localizzati su tutta la fascia pedemontana del Vesuvio.
Varietà del Lacryma Christi
Il bianco ha una gradazione alcolica del 12%. Si presenta con un colore giallo paglierino più o meno carico, con riflessi dorati. Il suo profumo è intenso, con venature fruttate. Il sapore è leggermente acidulo con aroma fruttato-floreale. È preferibile servirlo accostato a piatti di pesce, come impepata di cozze, sautè di vongole, zuppe di pesce, o con verdure e formaggi freschi. La temperatura più adatta è intorno ai 10-12 °C, in calici in vetro, di moderata ampiezza.
Il rosso si presenta come un roso rubino, molto vivace. Il suo profumo è gradevole, e ricorda l’aroma di frutta rossa speziata. Il sapore è secco e corposo. La gradazione alcolica, come per il bianco è intorno ai 12%. Essendo un vino molto corposo va accostato a paste o polente, con sughi di carne, polli o formaggi piccanti.
Il rosato è di un colore rosa cerasuolo, con un profumo gradevole che conserva l’aroma e la corposità del rosso. Essendo un vino molto versatile, può accompagnare piatti di carne bianca, risotti o polipetti affogati nel sugo con pomodorini vesuviani.
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