Camilleri: da Napoli la protesta contro Feltri
Camilleri: da Napoli parte la protesta contro Feltri dopo gli insulti del Direttore nei confronti dello scrittore siciliano
Camilleri, parte la protesta contro Feltri. Da Napoli parte la protesta contro Feltri dopo gli insulti a Camilleri: “Con la sua morte non vedremo più Montalbano, un terrone che ci ha rotto i coglioni”. De Giovanni: “Atto vigliacco e di profonda cattiveria”. Borrelli e Simioli: “non si può tacere davanti a questa vergogna. Non possiamo accettare che un grande scrittore in grave stato di salute sia trattato in questo modo”
“Le parole di Feltri su Camilleri sono un atto di vigliaccheria e di profonda cattiveria. Tra l’altro sono fuori luogo i continui riferimenti al concetto di ‘terrone’. Senza tenere conto che Feltri, in base ad una ricostruzione stravagante, parte dall’ipotesi del trapasso di Camilleri per arrivare ad attaccare il segretario del Pd Zingaretti in quanto fratello dell’attore che interpreta il commissario Montalbano nella serie della Rai”.
Lo ha affermato lo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni nel corso della puntata di venerdì de “La Radiazza”, commentando con il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli e il conduttore Gianni Simioli l’editoriale di Vittorio Feltri su Libero in cui il direttore del quotidiano scriveva che, qualora Camilleri morisse, “con la sua morte non vedremo più in televisione Montalbano, un terrone che ci ha rotto i coglioni”. “Non si può tacere davanti a questa vergogna. Non possiamo accettare – sostengono Borrelli e Simioli – che un grande scrittore in grave stato di salute sia trattato in questo modo. Siamo felici che ci sia un mondo culturale della cultura pronto a fare blocco contro una vergogna del genere. Le parole di De Giovanni sono sacrosante e ci trovano d’accordo. Siamo in un’epoca in cui si sono persi la lealtà e il rispetto umano tra persone con idee diverse. Oramai vale tutto. Troviamo triste, tra l’altro, che Feltri e il suo giornale proseguano con dichiarazioni offensive e iperboliche nei confronti del sud e dei suoi esponenti per ritagliarsi un minimo di visibilità. Di Feltri e di Libero, oramai, sentiamo parlare solamente per i titoli antimeridionali o contro gli immigrati. Tolto questo modo vergognoso di fare giornalismo non resta nulla da ricordare. Sarebbe il caso che si desse una regolata, rispettando in primis il suo lavoro e in secondo luogo sé stesso. Non è il caso, alla sua età, di trascendere in questo modo per far parlare di sé”.
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