Maurizio Sarri: il “Comandante” mai dimenticato dalla tifoseria azzurra
Maurizio Sarri e i napoletani: una storia d’amore che resiste al tempo e agli addii… Le dichiarazioni dell’ex Comandante
Maurizio Sarri ha scritto la storia del Napoli.
Non ha alzato trofei, non ha vinto campionati, non ha portato a casa quello scudetto che i napoletani aspettano da troppo tempo, ormai…
Non veste più la tuta del Napoli, il fumo delle sue sigarette non inquina più il campo di Castel Volturno.
Ora veste la tuta prestigiosa del Chelsea, ha inanellato quattro successi su quattro ed il SarriBall sta conquistando anche i freddi cuori inglesi.
Eppure.
Eppure a Napoli il nome di Maurizio Sarri viaggia ancora di bocca in bocca.
Il ricordo del Comandante alberga ancora, malinconicamente, nei cuori dei tifosi partenopei.
L’ex Mister azzurro ha rilasciato una lunga ed interessante intervista ai colleghi de Il Mattino. Un’intervista che ha fatto molto discutere e che – a distanza di due giorni – continua a far parlare.
Il tecnico tosco-napoletano – a precise domande – ha fornito la sua versione dell’addio alla panchina del Napoli.
“Ancora non so perché non sono più l’allenatore del Napoli. La clausola, voluta da De Laurentiis, scadeva il 31 Maggio. Ma dieci giorni prima, proprio mentre ero a cena con Pompilio – braccio destro di Giuntoli – per ridiscutere sulla mia permanenza in azzurro, ho appreso dalla tv dell’accordo tra il Presidente ed Ancelotti. Quello che ho pensato me lo tengo per me“.
Dichiarazioni pesanti, parole che arrivano in un momento difficilissimo per la piazza partenopea.
Una piazza più che mai divisa, scossa dalle polemiche contro la presidenza, dalla guerra societaria dei prezzi contro le curve, dalla deriva politica assunta dalle divergenze tra Società e Comune sulla questione Stadio San Paolo.
Una piazza, alcune frange – ampie – della quale, non dimenticano proprio lui, Maurizio Sarri.
Si è discusso a lungo sull’opportunità di certe affermazioni, sulla giustezza della tempistica scelta dal Comandante azzurro.
Ma Sarri è così: senza peli sulla lingua, senza filtri, un comunicatore non aziendalista, privo di sovrastrutture e contrario alle etichette.
Un uomo che ha ammesso di aver ritardato l’accordo con il Napoli. Che ha ammesso di aver nutrito forti dubbi sulla sua permanenza all’ombra del Vesuvio.
Che ha dichiarato di essere frastornato da pensieri contrastanti: restare e provare – ancora – a regalare quel sogno ai napoletani o andare via, consapevole che più di quanto dato non avrebbe potuto.
Non sta a noi giudicare l’opportunità di alcune dichiarazioni: ognuno nutre il proprio pensiero in merito, e va rispettato.
Quel che è certo è che Maurizio Sarri continua a vivere nei cuori dei napoletani:
“Mi è sempre piaciuto esser chiamato “Comandante”: mi faceva sentire rappresentante di Napoli. Ma mi pesava anche, perché sapevo ciò che Napoli voleva da me. Dopo la partita con l’Arsenal, mi sono fermato al centro. Ma i tifosi napoletani non mi hanno permesso di fare un passo. Una grande soddisfazione, perché non mi hanno dimenticato“.
Parole di stima e auguri per il neo Mister, Carlo Ancelotti:
“Sono contento che sia Carlo il nuovo allenatore del Napoli: ha vinto ovunque sia andato, e soprattutto si è fatto voler bene ovunque. Segno che le sue qualità umane e professionali sono straordinarie. Spero riesca a regalare ai Napoletani lo scudetto. Napoli è una città straordinaria e merita di vincere“.
E – in chiusura -, nonostante la differenza di vedute con il Presidente De Laurentiis e la sua esplicita dichiarazione “l’unico De Laurentiis a cui voglio bene è Eduardo”, si augura che la sua storia in azzurro non sia del tutto terminata.
“Sono grato al Presidente perché mi ha permesso di allenare la mia squadra del cuore e, se adesso sono al Chelsea, è perché ho allenato il Napoli. Spero di poter tornare ad allenare il Napoli: può essere il mio obiettivo, concludere la carriera in azzurro“.
E così la frangia malinconica della piazza, quella che riconosce nel suo cuore un unico Comandante, spera che quello tra Napoli e Maurizio Sarri si riveli uno di quegli amori che “non finiscono…fanno dei giri immensi, e poi ritornano…“.
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