Quarto: parla il boss polverino. Appello del pd per i beni confiscati
Quarto: Beni confiscati al Clan Polverino, appello del PD alla giunta che si insedierà al Comune perché la riconversione sociale rappresenti una priorità dell’agenda politica
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Quando la giustizia fa il suo corso poi tocca alla burocrazia e alla politica portare a termine i lavori cominciati. Parliamo dei beni confiscati alla camorra, beni di un valore quantificabile come risorsa economica e simbolica che potrebbe valorizzare luoghi e comunità cittadine in una chiave di rinascita economica e sociale.
Nel comune di Quarto, in provincia di Napoli, dopo le dichiarazioni del pentito Polverino, boss del clan responsabile del cementificio di via Marmolito cui si obbligava all’acquisto di calcestruzzo di pessima qualità oltre che a lavorare esclusivamente per il clan, si parla di Villa Perrone, proprietà dell’ ex capo zona del clan Polverino, Roberto Perrone. Villa Perrone rappresenta uno tra i tasselli di un sequestro complessivo di beni tra Via Campana e il circondario flegreo che ammonta ad un patrimonio di circa 13.000.000,00 di euro. Roberto Perrone è detenuto per un provvedimento del gip di Napoli del 25 ottobre 2000, imputato di estorsione continuata in concorso, è ritenuto un elemento al vertice del clan camorristico Polverino, in organico a tutti gli effetti. Si apre sul sequestro una disanima politica sull’utilizzo e sulla conversione sociale dei beni sequestrati. È il caso del cementificio, da oltre 20 anni sottratto all’organizzazione malavitosa e ancora lasciato all’incuria e in uno stato di abbandono.
Un appello arriva dal Partito democratico, Corrado Gabriele, membro della commissione regionale anti-camorra , che sottolinea l’importanza dei sequestri e invita la giunta che si insedierà nelle stanze comunali a farne una priorità governativa, per ridare un nome a ciò che ha rappresentato un passato di corruzione.
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Emiliana Chiarolanza
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