Esordio letterario per Shaarymah Villani a Pomigliano
Esordio letterario a Pomigliano D’Arco, esce “Anime del tempo”
Esordio letterario a Pomigliano D’Arco, è uscito da qualche giorno in formato online “Anime del tempo”, il primo romanzo di Sharymah Villani, presto reperibile in tutti i negozi di libri.
Il sogno di diventare scrittrice sembra finalmente concretizzarsi per Shaarymah Villani, giovane e promettente artista di Pomigliano D’Arco. Shaarymah è al suo primo romanzo, “Anime del Tempo”, genere fantasy, ambientato in uno dei castelli più famosi della letteratura di tutti i tempi, quello di Gradara, boccascena della tragica storia d’amore di Paolo Malatesta e Francesca da Polenta, eternizzata da Dante nel V canto dell’Inferno.
Shaarymah ha 21 anni, nella vita si occupa di fotografia, ma il suo sogno nel cassetto è scrivere. La sua è una famiglia di giornalisti e di musicisti che le hanno tramandato la sensibilità dell’artista, la stessa che le ha permesso di maturare e dare alla luce negli ultimi anni “Anime del Tempo”.
Protagonisti di questa storia sono Selene e Mirko, due anime alla ricerca della propria verità. Due anime tormentate da ricordi di una vita passata, lontana, forse già vissuta. Selene ricorda un volto, un nome, un amore. Mirko è dilaniato da ricordi che non hanno un volto, da un amore struggente senza nome, che arriva a fargli credere di essere pazzo. Mirko è un cantautore e scrive di quest’amore nella speranza che qualcuno dia un volto e un motivo d’essere a questa storia nascosta nel profondo delle sue viscere. “Mirko è molto “Se è vero che ci sei” di Biagio Antonacci” ci dice Shaarymah Villani, un uomo alla ricerca di quell’assoluto che misteriosamente lo abita. Selene, invece, sa che è Mirko l’uomo legato da un misterioso fil rouge ai suoi ricordi. Entrambi, però, non conoscono il mistero che li lega proprio a Paolo e Francesca.
“Questo Romanzo è davvero un figlio!”, Esclama sorridendo Shaarymah. “ E’ sempre stato in qualche modo parte di me. Ho raccontato alcune scene che io ho realmente sognato, sin da quando ero bambina. “Anime del tempo” nasce in embrione quando ad 11 anni decido di scrivere una storia che tornava nella mia testa, quasi mi chiedesse di venire alla luce grazie alla mia penna. Nasce tra i fogli di un quaderno, quasi fosse una confessione, intima, personale. Decido però che non poteva restare “una storia per me”, ma diventare un romanzo, un messaggio da affidare ad un lettore. La storia che racconto è figlia del mio amore viscerale per Gradara, il luogo che ha sempre evocato i miei sogni più profondi. Sono andata al castello di Gradara ogni estate della mia vita, l’ho amato in ogni fase della mia crescita, l’ ho sfiorato in ogni sua angolazione. Mi piaceva soprattutto quando il tempo era uggioso e l’assenza di luce sembrava alimentare il mistero. E Selene, la protagonista, è come me.”
Alla domanda “Cosa ti ha permesso di legare la tua penna alle vite di Paolo e Francesca?” Shaarymah sorride e racconta del suo desiderio di donare verità ad un storia ,a suo parere, quasi mercificata e banalizzata. “Troppo spesso li si etichetta come ” i due amanti traditori”, ignorando la verità dei ruoli. Paolo e Francesca non hanno tradito, bensì sono stati traditi. Entrambi credevano che su quell’altare avrebbero incontrato la propria metà, il proprio vero grande amore: Francesca Paolo e Paolo la sua Francesca. Nonostante il tempo e l’inganno, i due , però, non smetteranno mai di amarsi e di nutrirsi di questo amore. Il loro diverrà anche “un amore di penna” che sopravviverà a 800 anni di storia, ritrovandosi nascosto e ,inconsapevolmente custodito, nella memoria del cuore di Selene e Mirko.”
“Di che cosa ti ha liberato e di che cosa ti ha arricchito scrivere di Paolo e Francesca, di Selene e di Mirko?”
“Scrivere di questa storia mi ha procurato dolore, ma più forte era la sofferenza di tenere questa storia per me. Chi scrive può capirlo. Quando liberi la tua anima, lì raggiungi la tua autenticità ed è lì che nasce l’arte. E’ come se i personaggi avessero cercato me, non io loro. Mi sono limitata ad essere un tramite tra la storia e la carta. Mi ha liberato dall’esigenza di rendere vita ai miei personaggi e mi ha lasciato il sogno, il dolce retrogusto della speranza di vivere l’Amore in ogni sua forma, nella vita e nella scrittura.”
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