Mare del litorale flegreo: pulito o sporco?
Negli ultimi giorni sulle pagine Facebook arrivano i primi riscontri di un mare tutt’altro che pulito, ma allora qual è la realtà?
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Nonostante la lodevole iniziativa di alcuni imprenditori locali di mostrare con foto un mare limpido di tutto rispetto, negli ultimi giorni il riscontro di altre immagini lascia pensare ad una realtà tutt’altro che rosea.
Eppure i dati dell’Arpac parlano chiaro. Sarà meno “limpida”, invece, la periodicità dei prelevamenti dei campioni che in questo periodo gli addetti dovrebbero recuperare?
Se i dati risalgono al periodo “meno caldo” della stagione balneare, dove il turismo era meno percepibile, allora c’è da chiedersi, a fronte delle prime lamentele, in quali condizioni versa adesso il mare del litorale flegreo.
Qualcuno lamenta anche reazioni allergiche dopo aver fatto il bagno. Da verificare qualora la causa della reazione, fosse proprio il contatto con l’acqua.
Il discorso entra più nel vivo proprio quando ad intervenire sono i proprietari delle strutture balneari, che provano a raccontare un’altra realtà. Quella bella, di un litorale che è ricco di storia e bellezza, e che non deve essere abbandonato per la negligenza e la propensione al delinquere di qualcuno. E il mare è trasparente, ma le analisi non sono state condotte per determinare la limpidità; piuttosto gli studi sono stati guidati alla ricerca della presenza di Escherichia coli ed Enterococchi intestinali nel nostro mare, questi sconosciuti, e appunto invisibili.
Allora quale sarebbe la soluzione?
La soluzione potrebbe essere sempre “nel mezzo”: perché fomentare l’ottimismo o l’euforia che nelle ultime settimane si sta scatenando sui social può essere un boomerang sociale, in quanto il pericolo di scontrarsi in problemi sanitari è sempre dietro l’angolo, e il rischio è più alto per i bambini che ingenuamente nelle nostre acque ci giocano, desiderando solo di “andare a mare”. D’altro canto creare allarmismo, come successe qualche anno fa con la notizia falsa della “larva migrans” che infestò le spiagge, può essere pericoloso per gli introiti economici e scatenare la desertificazione turistica di una delle aree più belle d’Italia.
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