7 Novembre 2025

Movida a Napoli, la difficile convivenza tra i residenti e i locali notturni

Serrande abbassate in segno di protesta, comitati di quartiere in allerta. Nella Napoli che non dorme mai, il confine tra svago e stanchezza è sempre più sottile.

Foto: Centro storico - Annalisa Rossetti

Movida a Napoli

La movida a Napoli è, negli ultimi anni, sempre più al centro dell’attenzione dei cittadini. Il clima che si respira nelle strade del centro partenopeo dopo le ore 22,00 diventa spesso insostenibile, come emerge chiaramente dalle numerose testimonianze e dichiarazioni pubblicate sui social media dai residenti.

Il gran numero di bar e locali notturni che hanno aperto negli ultimi anni, affiancandosi agli storici esercizi già presenti sul territorio, ha creato non pochi disagi agli abitanti del centro. Molti di questi locali dispongono di spazi interni ridotti, per cui i clienti sono spesso costretti a consumare all’esterno, occupando le strade e le piazze.

Di conseguenza, diverse aree della città, oltre ad aver subito un processo di gentrificazione, si sono trasformate in veri e propri luoghi della movida e del turismo, con un impatto significativo sulla qualità della vita dei residenti.

Questo fenomeno potrebbe avere ripercussioni significative sull’assetto urbanistico della città, determinando un progressivo abbandono degli immobili a uso abitativo da parte dei residenti, spesso costretti a cedere le proprie abitazioni, destinate sempre più spesso a essere riconvertite in uffici o strutture ricettive turistiche.

Movida a Napoli, l’ordinanza del Comune di Napoli e la risposta dei gestori dei bar

Ieri, giovedì 7 ottobre, a seguito di un’ordinanza del Comune di Napoli i conduttori dei bar del centro hanno risposto prontamente con una manifestazione. Nel messaggio diffuso sui social si legge: “Alle 22,00 abbasseremo le serrande in segno di protesta insieme a tutte le attività del vico Quercia, dopo l’ordinanza firmata dal Sindaco Manfredi. Per ricordare che dietro ogni locale ci sono persone, lavoro e senso di comunità. Siamo per le regole ma soprattutto per il dialogo e il rispetto reciproco“. Il manifesto è firmato da OAK, bar di vico Quercia.

Il provvedimento, emanato dal Comune di Napoli, dispone per l’area di via D. Capitelli, Vico Quercia, Via Nino Moscato, Via Cisterna dell’Olio, Vico Cisterna dell’Olio ed i vicoli limitrofi; “il divieto della vendita e della somministrazione per asporto di bevande alcoliche e analcoliche; dalle ore 22:00 alle ore 6:00 del giorno successivo” e stabilisce “l’orario di chiusura degli esercizi alle ore 00:30 dalla domenica al giovedì e alle ore 1:30 nei giorni di venerdì e sabato.” L’ordinanza è valida per 2 mesi.

La risposta del Comitato Vivibilità Cittadina sulla movida a Napoli

Subito dopo l’annuncio dei conduttori dei locali notturni, il Comitato Vivibilità Cittadina ha reso pubblico un Comunicato stampa; ” I cittadini chiedono rispetto per la salute e la vivibilità.

“Oggi, primo giorno di entrata in vigore dell’ordinanza; – si legge nel comunicato – si levano già lamentele per la presunta perdita di posti di lavoro e di incassi, invocando un dialogo. Eppure, noi abbiamo sempre chiesto soltanto il rispetto della salute e della vivibilità delle abitazioni — richieste rimaste completamente inascoltate.”

Il comunicato, inoltre, annuncia: “Da questa sera monitoreremo la situazione: saremo presenti e documenteremo il rispetto, o meno, di questo provvedimento. È stato commesso un grave errore. Sono state concesse licenze a locali privi dei requisiti dimensionali per svolgere l’attività di somministrazione e sono state rilasciate troppe concessioni di suolo pubblico. Si proceda finalmente a una verifica, chiudendo i locali non a norma. Il Comitato è dalla parte dei cittadini, siano essi esercenti o residenti. Riteniamo che debbano essere allontanati coloro che sfruttano il bene pubblico a scapito della collettività.”

Movida a Napoli e residenti: due posizioni differenti ma un obiettivo comune

Le due istanze – quella degli esercenti e quella dei residenti – condividono un principio comune: “il rispetto reciproco e il dialogo”.

Tuttavia, le esigenze restano difficili da conciliare. Da un lato, i residenti chiedono di poter vivere e riposare in modo dignitoso dopo le giornate di lavoro; dall’altro, i gestori dei locali, spesso costretti a operare in spazi ridotti, utilizzano la strada come estensione naturale del locale, contribuendo però al superamento dei limiti fonometrici e al disturbo della quiete pubblica.

La situazione ha portato molti abitanti a ricorrere a denunce e azioni legali, denunciando un peggioramento costante della qualità della vita.
Molti sottolineano come il riposo notturno sia indispensabile per chi svolge lavori impegnativi: operatori sanitari, autisti, operai edili, manutentori; tutti professionisti che necessitano di lucidità e prontezza durante il giorno.

Le esigenze e i rischi dietro le istanze cittadine

La mancanza di sonno dovuta al rumore e al caos notturno, infatti, non incide solo sul benessere personale, ma può anche aumentare il rischio di errori o incidenti sul lavoro; con conseguenze potenzialmente gravi sia per chi li subisce sia per l’intera collettività.

Dall’altra parte, i gestori dei locali ricordano che dietro ogni bancone ci sono lavoratori, famiglie e investimenti che contribuiscono alla vitalità economica e sociale della città. Chiedono regole chiare, ma anche la possibilità di operare senza essere criminalizzati.

Trovare un equilibrio tra il diritto al lavoro e quello al riposo, dunque, resta la vera sfida di una Napoli che, anche di notte, continua a cercare se stessa.

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