Aumento prezzo caffè 2025: entro la fine dell’anno potrebbe costare 2 euro
Cambiamenti climatici, oscillazioni del mercato e dazi internazionali: ecco perché il prezzo del caffè continua a salire.
repertorio

Aumento prezzo caffè 2025 – Il prezzo della è aumentato del 32% a Napoli, passando da 1,03 a 1,22 euro: secondo l’Osservatorio del Ministero del Made in Italy.
Questo rincaro ha sorpreso molti, ma le ragioni dietro l’aumento prezzo caffè 2025 sono complesse e molteplici. In primo piano ci sono il cambiamento climatico, la volatilità del mercato globale e i dazi internazionali, con un impatto diretto sulle quotazioni di caffè Arabica e Robusta.
Aumento prezzo caffè 2025: le cause principali dell’aumento dei prezzi
L’AD di Caffè Borbone, spiega che le cause di questo aumento sono radicate nel periodo post-pandemia. L’emergenza Covid ha infatti cambiato le abitudini di consumo. Inoltre, la carenza di caffè in borsa ha creato una volatilità senza precedenti.
Tuttavia, le difficoltà climatiche in paesi produttori come Brasile, Vietnam e Indonesia hanno ridotto significativamente la produzione di caffè negli ultimi tre anni, aumentando ulteriormente i costi. Nel 2025, il prezzo dell’Arabica è triplicato, mentre quello della Robusta è raddoppiato. Questo ha spinto i torrefattori a comprare al miglior prezzo disponibile.
L’influenza del cambiamento climatico è un altro fattore determinante. Le alterazioni nei cicli delle piogge e della siccità nei paesi produttori, come il Brasile, hanno ridotto la disponibilità di caffè. Questo ha aumentato la pressione sui prezzi.
L’AD di Caffè Toraldo, sottolinea come la crescente domanda da parte dei mercati asiatici, in particolare Cina e India, abbia aumentato la competizione per le materie prime. Se il consumo di caffè continuasse a crescere, i prezzi potrebbero aumentare ulteriormente.
Il ruolo dei Dazi e delle Speculazioni
Un altro elemento che contribuisce all’instabilità del mercato è l’introduzione di dazi sulle importazioni. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha imposto dazi che hanno impattato negativamente sulla filiera del caffè. Simonetti di Toraldo evidenzia come questi dazi abbiano aumentato i costi per gli esportatori. Tuttavia, il contesto non ha scoraggiato il consumo di espresso italiano, soprattutto negli Stati Uniti.
Inoltre, le speculazioni in borsa hanno giocato un ruolo nell’aumento dei prezzi, simile a quanto accaduto con il cacao. L’incertezza politica e le normative sull’ambiente hanno aumentato la pressione sul mercato, con scorte accumulate dai torrefattori per fronteggiare le fluttuazioni. Le difficoltà logistiche, come il blocco del Canale di Suez, hanno ulteriormente ritardato le consegne e alimentato l’instabilità dei prezzi.
Cosa significa questo per il consumatori?
L’aumento dei costi del caffè si riflette principalmente sui prodotti macinati e in grani, mentre i monoporzionati hanno visto un aumento più contenuto. Nonostante ciò, l’effetto sul consumatore è significativo: il caffè potrebbe diventare un prodotto di lusso per alcuni, soprattutto se i prezzi continuano a salire. Il rischio, come afferma Simonetti, è che la tazzina di caffè arrivi a costare due euro. Questo potrebbe ridurre il consumo, inoltre, potrebbe cambiare per sempre il panorama del caffè in Italia.
La situazione del mercato del caffè nel 2025 è complessa, con una combinazione di fattori naturali, economici e politici che influiscono sul prezzo finale.
Per le aziende come Kimbo, Borbone e Toraldo, l’obiettivo è mantenere la qualità pur facendo fronte a questi costi crescenti, ma la strada è tutta in salita.
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