Buoni Pasto nel pubblico: esclusi solo i docenti e il personale ATA
Buoni Pasto: nel pubblico esclusi solo i docenti e il personale ATA, il ricorso dei Sindacati dopo la decisione del Governo.
Buoni Pasto nel pubblico – I buoni pasto si confermano un tema caldo per i dipendenti pubblici, soprattutto per i docenti e il personale ATA, che restano le uniche categorie escluse da questo beneficio nel settore pubblico. Una disparità che i sindacati continuano a denunciare, chiedendo al Governo di intervenire per risolvere un’anomalia che pesa sulle condizioni economiche e lavorative di chi opera nel comparto scuola.
Un’anomalia da sanare
Attualmente, la legge riconosce il diritto ai buoni pasto per tutti i lavoratori subordinati, sia a tempo pieno che part-time. Tuttavia, i docenti e il personale ATA non rientrano in questa norma, nemmeno per chi lavora in segretaria scolastica con contratti full-time.
Secondo il contratto collettivo nazionale del lavoro per i dipendenti della Pubblica Amministrazione (novembre 2022), il diritto al buono pasto può essere sostituito da un servizio mensa, previo accordo sindacale. Tuttavia, questo non trova applicazione nelle scuole, lasciando migliaia di lavoratori senza il beneficio.
La battaglia dei sindacati
I sindacati della scuola si stanno battendo da tempo per ottenere questo diritto. Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, ha dichiarato:
“Crediamo fortemente in questa battaglia. Sarebbe importante introdurre buoni pasto di circa 12-13 euro al giorno. Gli stipendi dei lavoratori della scuola sono tra i più bassi del pubblico impiego. Vogliamo riportare la situazione almeno ai livelli del 2001, perché chi lavora nella scuola non vale meno di chi opera nei ministeri”.
Pacifico ha inoltre sottolineato i piccoli miglioramenti ottenuti, come il nuovo contratto e lo stanziamento di risorse aggiuntive per il personale del comparto istruzione e ricerca (500 milioni di euro), ma ha ribadito che la strada è ancora lunga:
“Continueremo a fare tutto il necessario per ottenere anche i buoni pasto per docenti e personale ATA”.
Le ragioni dell’esclusione
La mancata assegnazione dei buoni pasto è legata principalmente all’organizzazione dell’orario di lavoro nel mondo scolastico. A differenza di altri settori del pubblico impiego, dove i turni possono includere pause pranzo obbligatorie, l’orario dei docenti è concentrato prevalentemente al mattino, con lezioni che terminano entro il primo pomeriggio.
Tuttavia, i docenti sono spesso chiamati a partecipare a riunioni, consigli di classe e incontri pomeridiani con i genitori, impegni che non sono considerati sufficienti per garantire il diritto ai buoni pasto.
Una questione aperta
La mancata concessione dei buoni pasto per docenti e personale ATA non è solo una questione di organizzazione lavorativa, ma anche di risorse economiche. Per il momento, la battaglia dei sindacati prosegue, con l’obiettivo di ottenere un riconoscimento che valorizzi il lavoro svolto ogni giorno nelle scuole italiane.
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