7 Dicembre 2024

Nisida, detenuto minorenne tenta di accoltellare un coetaneo

Nisida, detenuto minorenne tenta di accoltellare un coetaneo e poi prova a fuggire dal carcere: bloccato dagli agenti

immagine di repertorio

nisida detenuto

Tenta di accoltellare un compagno di cella e poi ingerisce alcune pile per provare a fuggire dopo il ricovero. L’episodio è avvenuto a Nisida, nell’istituto penale minorile.

Un detenuto minorenne ha tentato di accoltellare un altro giovane con un’arma rudimentale. Grazie al tempestivo intervento degli agenti è stato scongiurato il peggio ma la situazione purtroppo non si è placata del tutto.

Nisida, detenuto aggredisce un coetaneo e tenta di darsi alla fuga

Il ragazzo, cittadino italiano di origine straniera, già in passato aveva tentato la fuga riuscendo a evadere dal carcere minorile di Milano nel quale si trovava.

Dopo l’aggressione al compagno, ha ingerito alcune pile, rendendo necessario il suo trasferimento in ospedale. Il giovane ha provato a fuggire approfittando della situazione.

“L’attuale utenza proveniente dal territorio di Napoli e provincia – hanno spiegato i rappresentanti sindacali Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio dell’USPP  – non è di facile gestione, per la vicinanza, in molti casi anche per il vincolo di parentela con soggetti di rilevante spessore criminale e anche per la particolare efferatezza dei reati commessi nonostante la giovane età. A tutto questo si aggiungono i problemi di dipendenza, anche da sostanze stupefacenti e la loro particolare fragilità e vulnerabilità”.

“I fatti di cronaca quotidiana che purtroppo vedono di frequente coinvolti giovani minorenni – hanno continuato – hanno determinato ulteriori ingressi negli istituti penali minorili, ormai quotidiani. Pertanto, è sempre più difficile conciliare la gestione dell’utenza locale, che richiede un particolare sforzo di osservazione anche in correlazione a quelle che sono le dinamiche criminali sul territorio all’esterno, con la gestione dell’utenza proveniente da Istituti del Nord, i cui comportamenti spesso si concretizzano in azioni di etero e autolesionismo con effetto ulteriormente destabilizzante e di ulteriore pressione per il personale, già di per sé provato per la carenza di organico e per il numero elevato di detenuti presenti, senza precedenti per l’istituto di pena minorile napoletano”.

Fonte: Ansa

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