La maternità surrogata diventa reato universale: 84 sì del Senato
La pratica della maternità surrogata sarà ora punibile anche se compiuta all'estero: acceso lo scontro in Senato
La maternità surrogata diventa reato universale: il Senato dà il via libero definitivo al disegno di legge.
Con 84 sì, 58 no e nessun astenuto, la procedura di maternità surrogata verrà ora punita anche nel caso in cui sia stata compiuta all’estero.
La maternità surrogata diviene reato universale: cosa significa
La maternità surrogata diviene ufficialmente reato universale, con l’ok definitivo del Senato: la proposta ha infatti ottenuto 84 sì e 58 no.
Cosa significa? Con il passaggio a reato universale, la pratica della maternità surrogata sarà punita anche se compiuta non in Italia, ma all’estero. Questo vuol dire che la proposta consente di punire anche chi avesse compiuto la pratica in un paese in cui la maternità surrogata non costituisce reato.
In Italia infatti la suddetta era già vietata dalla legge e punibile con il carcere fino a due anni e una sanzione di massimo 1 milione di euro. Questo significa quindi che tutti i genitori che avranno la possibilità di usufruire della maternità surrogata all’estero, una volta tornati in Italia potrebbero essere incriminati.
L’acceso dibattito in Senato, la Sinistra: “Questa norma non ha a che fare con la nostra Costituzione”
In Senato, particolarmente acceso il dibattito attorno alla materia. Dure infatti le parole della Sinistra: PD, AVS e M5S, tutti fortemente contrari. Per Elisa Pirro, Movimento 5 stelle, si tratta di un “volgare attacco alle coppie omosessuali“. Secondo invece il senatore del PD Walter Perini, la destra pretenderebbe che il diritto penale italiano venisse applicato anche in altri paesi. Dal punto di vista giuridico il reato universale è una follia e inoltre in tal modo la destra non tutelerebbe il minore: queste le parole di Veltrini.
Vendola, nei confronti della maggioranza, ha invece affermato che quest’ultima sta sempre dall’altra parte della barricata quando si tratta di difendere i diritti civili e la libertà individuale. Anche Ilaria Cucchi, di Alleanza Verdi Sinistra, si è espressa fortemente contro la decisione della maggioranza, che ha definito “giuridicamente infondata e palesemente incostituzionale“.
Di idee opposte il fronte della destra: per Matteo Salvini, è “una vittoria contro lo squallido business miliardario che sfrutta le donne per fini economici”. Per Carolina Varchi, Fratelli d’Italia, con la decisione “è stata messa la parola fine a una barbarie”.
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