“Sembrava che mi trafiggesse il cuore”, il nuovo progetto di Marianna Sannino inaugura oggi
Nell'articolo l'intervista a Marianna Sannino sull'estasi di Santa Teresa d'Avila
“Sembrava che mi trafiggesse il cuore” è il nuovo progetto artistico di Marianna Sannino che inaugura oggi a Napoli, salita Pontecorvo.
Un site specific dedicato e ispirato alla fondatrice dell’Ordine delle Scalze, l’Ordine femminile di clausura più importante della Chiesa Cattolica, Santa Teresa d’Avila e alla sua personale esperienza mistica.
“Sembrava che mi trafiggesse il cuore” inaugura oggi, giovedì 12 settembre, dalle ore 18.30 fino alle 21.00, presso la Chiesa di San Giuseppe delle Scalze a Pontecorvo, e sarà visitabile fino al 13 ottobre 2024.
La mostra presentata dalla Fondazione Mannajuolo è a cura di Maria Savarese.
“Sembrava che mi trafiggesse il cuore” – Le opere
3 grandi opere sono esposte nella navata centrale della chiesa, gioiello del Barocco napoletano, precisamente sull’altare maggiore e sui due laterali all’interno delle cornici che un tempo ospitavano le opere di Luca Giordano e Francesco De Maria.
“Sembrava che mi trafiggesse il cuore”, titolo della mostra, è tratto dal racconto riportato nel testo autobiografico scritto dalla Santa d’Avila, con riferimento alla personale esperienza dell’estasi che la santa spagnola descrive dettagliatamente nel testo. Un’esperienza che l’artista Marianna Sannino intercetta soffermandosi su 3 momenti precisi: l’estasi, il rapimento ed il volo mistico. L’intervento visivo della Sannino è accompagnato dalla creazione musicale di Carlo Fermariello dal titolo “Ecstasy”, diffusa all’interno della Chiesa.
“Sembrava che mi trafiggesse il cuore“ – L’intervista a Marianna Sannino
I lavori site specific proposti dall’artista Marianna Sannino sono molto interessanti e stimolano tanta curiosità e interrogativi. Ho, così, voluto rivolgerle alcune domande:
Marianna, come hai rappresentato la dualità narrata da Santa Teresa d’Avila nelle sue visioni mistiche e nella descrizione dell’estasi?
“Leggendo il testo di Santa Teresa mi sono concentrata sul momento in cui lei racconta la sua esperienza personale di estasi. Ho cercato d’interpretare visivamente i tre momenti principali descritti dalla Santa: l’estasi, il rapimento ed il volo mistico, cercando di intravedere il suo trapasso esperienziale dall’umano al divino. Durante la prima fase dell’estasi lei percepisce il rapimento, si sente sollevare ed è terrorizzata, in questo momento dell’estasi io ho intravisto attraverso le emozioni (terrore) e il dolore fisico (procurato dall’angelo che le appare fisicamente) la sua componente umana che si trasforma poi nel volo mistico che è l’ascesa verso l’alto, quindi dell’anima (…È un idillio così soave quello che si svolge tra l’anima e Dio – tratto dal testo). Il terrore, il dolore e il fascino del volo si fondono nella sublime esperienza che mescola insieme la percezione fisica umana al trascendente, al divino. Il mio intervento artistico ha voluto rappresentare la mia personale lettura di questi tre stadi specialmente attraverso i materiali che ho usato: tulle e pittura. Il tulle rappresenta l’anima. Con la sua trasparenza e la sua leggerezza raffigura appieno la spiritualità dell’anima. Insieme alla pittura danno il senso della connessione tra il reale e l’irreale, vogliono interpretare un collegamento ideale tra visibile e invisibile, tra corpo ed anima.”
“Sembrava che mi trafiggesse il cuore” – La rappresentazione dell’artista
I tuoi tre lavori cercano di rendere visibile l’invisibile?
“Diciamo di sì. Sicuramente cerco di rendere visibili le emozioni. Ho voluto rendere visibile ovvero interpretare ciò che Santa Teresa provava in quei momenti. Anche nella stessa frase (il titolo della mostra) c’è questa connessione tra invisibile e visibile.”
L’estasi del corpo e l’estasi con il trascendente come si connettono e come si collocano?
“Ciò che vive Santa Teresa, dalla mia prospettiva, ha un punto di partenza: il corpo. Difatti in un primo momento lei sente un dolore fisico, come se fosse trafitta, la fase finale dell’estasi, provata dalla Santa, è amore puro verso Dio. Pura connessione del corpo con la divinità che ad un certo punto attraverso il volo varca la soglia del misticismo e quindi all’unione con l’assoluto. Al di là della dimensione religiosa il tulle dipinto, nelle mie opere, rende materiale e quindi evidente la leggerezza dell’anima in estasi.”
“Sembrava che mi trafiggesse il cuore” – Qualche notizia su Marianna Sannino
Marianna Sannino (Napoli, 1985) – Artist Statement
La sua ricerca artistica si focalizza sulla memoria e sulla dimensione diacronica del tempo. Presente, passato e futuro si fondono e galleggiano sospesi in una realtà tangibile comune. L’artista racconta storie in cui la proiezione dei ricordi, di ciò che è stato, giocano un ruolo decisivo, essenziale. L’arte dà corpo a ciò che è sospeso, presente ma invisibile, riuscendo a sconfiggere l’evanescenza della vita. La sua ricerca invita a riflettere sull’instabilità e la mutevolezza dell’esistenza di un singolo o di una comunità, ponendo lo spettatore di fronte alla consapevole precarietà e bellezza della vita. Prendendo le mosse dalla pittura i suoi lavori si tramutano in molti casi in sculture e installazioni, attorno a cui – o all’interno della quali – lo spettatore può fare esperienza del tempo. L’artista interseca diversi media e tecniche espressive come fossero i fili della trama di un tappeto: il disegno che si mostra alla fine è la traccia di una storia che si è svolta nel tempo ed i cui effetti sono ancora presenti.
PORTFOLIO ONLINE (clicca qui)
“Sembrava che mi trafiggesse il cuore”
di Marianna Sannino a cura di Maria Savarese
presso la Chiesa di San Giuseppe delle Scalze a Pontecorvo – Salita Pontecorvo, 65 Napoli
Dal 13 settembre al 13 ottobre 2024 – Orari: giovedì – domenica 11-13/16.30-19.00.
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