Accoltellato 19enne, colpito alla faccia da un coetaneo: è grave
ACCOLTELLATO 19ENNE – I fatti sono successi un giorno fa: ci troviamo a San Sebastiano al Vesuvio e stando a quanto raccontato dal politico nostrano Francesco Emilio Borrelli
“Una banale lite sfocia un accoltellamento. Grave un 19enne colpito al volto: “Baby- delinquenti che scimmiottano boss e camorristi divinato più pericolosi di questi. Le tragedie di Mimone e Giogiò devono servire a qualcosa. Basta propaganda criminale e pene durissime anche per i minori.”.
Ancora violenza tra giovani nel napoletano.
La scorsa notte a San Sebastiano al Vesuvio un 19enne di San Giorgio a Cremano, è stato accoltellato in faccia. All’Ospedale del Mare gli hanno dovuto applicare trenta punti di sutura al volto, con operazione già programmata per oggi, altri 7 sulla spalla. È in gravi condizioni, ma non in pericolo di vita.
Sull’accaduto le indagini sono affidate alla Polizia di Stato, stando alle prime risultanze si sarebbe trattato dell’epilogo di una banale discussione tra ragazzi.
Il racconto del 19enne accoltellato
Alle forze dell’ordine il 19enne ha raccontato di un litigio che sarebbe avvenuto in piazza Luigi Capasso con un coetaneo a lui sconosciuto; secondo la sua versione ci sarebbe stato un battibecco rapidamente degenerato in aggressione e l’altro avrebbe tirato fuori il coltello avventandosi su di lui e sferrando diversi fendenti al volto.
“Aspettiamo di capire le dinamiche dell’accaduto ma è già piuttosto chiaro, dato gli episodi di violenza incontrollata ed immotivata che continuano a susseguirsi, che viviamo in un territorio senza più regole dove bande di ragazzi girano indisturbati per strada armati di coltelli ed anche di pistole. Basta un nonnulla per far scattare la follia che spesso diventa omicida. Dobbiamo ricordare le tragedie di Francesco Pio Maimone e di GioGiò Cutolo? Quante altre vittime innocenti dovremmo piangere?
Servono più controlli ed agenti, pene più severe anche per i minori, ma soprattutto occorre sradicare la mentalità criminale e camorristica la cui propaganda, soprattutto attraverso i social media, forgia le menti dei giovani delle realtà difficili che già si trovano al bivio tra bene e male. I ragazzi che emulano le gesta di boss, camorristi e narcotrafficanti diventano più pericolosi ed incontrollabili degli stessi clan in quanto agiscono, non per strategia criminale, ma per puro istinto e per sete di gloria di potenza.
Rieducazione quindi, che non può che passare attraverso lunghe pene detentive, senza sconti, ed intervenendo sulle famiglie dalle quali, quando si parla di minori, dovrebbero essere allontanati se l’ambiente familiare è legato alla criminalità.”- queste le parole del deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli.
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