Un cuore per Martina, l’appello di mamma Francesca
Martina, tre anni e la forza di una leonessa. La piccola ha già vinto la sua prima battaglia, quella contro il cancro, a soli 17 mesi. Adesso è alla ricerca di un cuore…
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Quella di Martina è la storia di una bambina di soli tre anni alla ricerca di un cuore, di una creatura dallo sguardo dolce e vispo, ma con la forza di un gigante, che a soli diciassette mesi si è trovata a dover fare i conti con un mostro cattivo che le ha impedito sinora di vivere spensieratamente la sua infanzia: un tumore al cervello.
Eppure, Martina, la sua prima battaglia l’ha già vinta, insieme ai medici dell’Ospedale Santobono di Napoli, che le hanno asportato la massa tumorale, e a quelli del Pausillipon, che per sette mesi l’hanno seguita durante il ciclo di chemioterapia. Il cancro sembra esser ormai soltanto un brutto ricordo, almeno sino a quando ulteriori accertamenti non rivelano a mamma Francesca e papà Pasquale un’altra triste notizia: il cuoricino della loro piccola presenta una dilatazione al ventricolo, conseguenza dei cicli di chemioterapia che lo hanno indebolito notevolmente.
Per Martina e la sua famiglia comincia una nuova battaglia: l’installazione di un dispositivo di assistenza ventricolare le permette di vivere ormai da un anno, ma forte è l’esigenza di effettuare di un trapianto di cuore, che consentirebbe alla piccola di condurre una vita normale, all’insegna della spensieratezza e soprattutto tra le mura di casa che tuttora l’attendono a braccia aperte.
Serve un cuore: Martina lo attende da tanto, e con lei i suoi genitori e il suo fratellino, la sua Pomigliano e i suoi cari, l’attende un mondo fatto di giochi e colori pronto ad abbracciarla non appena sarà pronta, non appena una chiamata del Centro Nazionale Trapianti illuminerà nuovamente le giornate della piccola guerriera, nonché quelle di mamma Francesca e papà Pasquale.
Domenica 29 maggio, in occasione della “XIX giornata Mondiale della donazione di organi e tessuti”, l’appello della mamma di Martina: “Donare è importante, sicuramente il dolore per la perdita di un caro è forte, ma pensare che un’altra creatura può vivere grazie a un trapianto di organi rappresenta un gesto significativo, una possibilità di rinascita”.
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