Zaia eruzione Vesuvio, il post social che scatena i napoletani
ZAIA ERUZIONE VESUVIO – Fa discutere il post del presidente del Veneto Luca Zaia che, all’improvviso, sulla sua pagina social ricorda l’ultima eruzione del vulcano campano.
Borrelli: “Non ha mai parlato di Napoli o del Sud sui social. Questo post sembra provocatorio. Si spieghi o chieda scusa.”
La reazione social di Zaia e l’eruzione Vesuvio
Ha scatenato il putiferio un post del Governatore del Veneto Luca Zaia che ricordava l’anniversario dell’ultima eruzione del Vesuvio. Alla foto e alla didascalia proposte dal presidente della regione hanno fatto seguito una serie di commenti, carichi di odio e macabra ironia, di evidente stampo razzista e discriminatorio da parte di diversi utenti.
“Vogliamo il bis” o “Facciamo il tifo per lui (riportando l’emoji di un vulcano in eruzione)”-sono tra i commenti che si leggono.
Alle provocazioni razziste ha risposto l’indignazione di molti napoletani che si sono sentiti offesi e si sono rivolti al deputato dell’Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli per chiedere di fare chiarezza.
“Sul profilo di Zaia non ci sono post riguardanti Napoli, la Campania o Il Sud in generale. Poi ecco che spunta fuori la ricorrenza dell’eruzione del Vesuvio, un post che sembra essere stato fatto apposta per provocare risse mediatiche e commenti razzisti verso i meridionali.
Il presidente Zaia faccia chiarezza oppure chieda scusa ai napoletani.”- ha dichiarato Borrelli.
Il post del presidente Zaia
Era il 18 marzo 1944 quando le popolazioni della provincia napoletana dovettero subire il risveglio improvviso del “gigante”, il Vesuvio.
Dopo le eruzioni del 1906 e del 1929, il vulcano tornò in attività nell’agosto del 1943 con la fuoriuscita di lava dal cratere. L’eruzione violenta tuttavia si verificò nel pomeriggio del 18 marzo dell’anno seguente, accompagnata da forti colate laviche che distrussero completamente i centri abitati di Massa di Somma e San Sebastiano.
Ci furono 47 morti e 12mila sfollati. Riportarono ingenti danni anche altri comuni come Nocera, Pagani, Pompei e Terzigno. Per una favorevole direzione dei venti, Napoli venne risparmiata dalla nuvola di cenere e lapilli. L’eruzione del ’44 portò il Vesuvio dallo stato di attività a quello di quiescenza.
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