Truffavano venditori con assegni e siti internet falsi: eseguiti 6 arresti
Coinvolto anche un detenuto del carcere di Poggioreale che gestiva la rete illecita
TRUFFAVANO CON ASSEGNI FALSI – Nella giornata odierna la Polizia di Stato di Perugia ha eseguito un provvedimento con il quale hanno disposto sette misure cautelari in carcere e una misura dell’obbligo di dimora nei confronti di altrettanti soggetti. Gli indagati – tutti residenti nella provincia di Napoli – risultano gravemente indiziati dei delitti di associazione a delinquere finalizzata al compimento di truffe.
Il motivo è che avevano organizzato una rete ben costruita per truffare numerosi venditori con assegni circolari falsi. Inoltre acquisivano la fiducia dei venditori con siti internet altrettanto falsi. Coinvolto anche un detenuto del carcere di Poggioreale, che, secondo le indagini, dirigeva la rete illecita.
Truffavano venditori con assegni falsi: l’inizio delle indagini
Le indagini prendevano avvio da una denuncia presentata agli inizi dello scorso anno da un cittadino della provincia di Perugia. Egli aveva in vendita il proprio orologio di significativo valore, su un noto sito internet e-commerce, ricevendo la richiesta di un soggetto che era interessato all’acquisito. Raggiunto l’accordo, l’orologio venne pagato con un assegno circolare di oltre 8.000,00 €, risultato poi falso.
Dopo la denuncia si sono eseguiti i successivi accertamenti, delegati da questa Procura al Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Polizia Postale e delle Comunicazioni di Perugia. Gli approfondimenti svolti consentivano alla componente specialistica della Polizia di Stato di svelare un sodalizio criminale. Questo era composto da uomini e donne legati tra loro anche da vincoli parentali. Ognuno di loro aveva compiti ben delineati per acquistare accessori di lusso (generalmente orologi di valore) con assegni circolari falsi.
A capo del sodalizio gli investigatori individuavano un soggetto attualmente detenuto presso il carcere di Poggioreale a Napoli. Nonostante lo stato di detenzione riusciva a dirigere il gruppo, e a tenere i contatti, non solo con i sodali, ma anche con le vittime. Questo perché usava cellulari dei quali era illecitamente in possesso.
L’attività illecita ha consentito la perpetrazione di circa 50 truffe.
Il modus operandi della truffa
In particolare il modus operandi dell’associazione – comune e collaudato – è risultato il seguente:
- Una prima fase di “ricognizione” delle piattaforme di e-commerce che consentiva di individuare sia l’oggetto di valore nonché gli inserzionisti degli annunci di vendita;
- La seconda fase del “contatto telefonico”. Avveniva prima attraverso la messaggistica del sito e poi attraverso contatti WhatsApp. Acquisivano telefonicamente la fiducia del venditore per rendere maggiormente credibile la bontà della proposta di acquisto.
A quel punto, gli indagati indicavano come luogo di incontro per lo scambio dell’orologio la filiale della banca della vittima, ove cioè sarebbe stato incassato l’assegno circolare.
Prima di incontrare il venditore gli indagati:
- Predisponevano i titoli falsi recanti i dati della banca emittente, l’importo stabilito ed il nominativo della vittima;
- Attivavano utenze telefoniche VoIP (con prefissi geografici 02, 051, 0742 etc..) da inserire nel motore di ricerca Google. Questo per farle apparire come numerazione degli istituti bancari che avevano emesso – in apparenza – i falsi assegni. In caso di contatti da parte delle vittime, rispondevano sedicenti impiegati dell’istituto di credito con il compito di rassicurare l’interlocutore circa la bontà del titolo;
- Creavano false pagine internet delle filiali bancarie che risultavano aver emesso il titolo nelle quali comparivano i numeri di telefonico VoIP sopra indicati. Infatti, chiamando tali numeri rispondevano o il soggetto detenuto, in via prioritaria, oppure una donna che, fingendosi impiegati della banca, fornivano all’interlocutore garanzie verbali relative sia all’autenticità dell’assegno nonché alla relativa provvista.
Definiti tutti gli accordi della trattativa veniva concordata la data e l’ora dell’incontro, incontro al quale gli indagati partecipavano con falsi documenti di identità.
L’assegno circolare veniva consegnato al personale bancario il quale, accertata l’esistenza sui siti internet della filiale emittente il titolo, individuata l’utenza e dopo aver ricevuto garanzie telefoniche, lo poneva all’incasso.
Conclusa la compravendita ed entrati in possesso degli orologi, gli indagati facevano perdere le proprie tracce. Soltanto dopo alcuni giorni la vittima si accorgeva della truffa allorquando la banca gli comunicava che l’assegno era falso in quanto emesso da una banca inesistente.
L’acquisizione di un ingente mole di dati da parte degli investigatori, durante un anno di investigazioni, ha consentito di interrompere l’attività criminosa. L’attività ha fruttato al sodalizio un profitto illecito – in un arco temporale di pochi mesi – di quasi 600.00,00 €.
La complessa attività di indagine ha permesso di delineare un rilevante quadro investigativo, portando l’Ufficio a richiedere e ottenere una misura cautelare per gli indagati.
L’operazione per fermare il giro di truffa
Alle prime luci dell’alba, le autorità hanno eseguito nove perquisizioni locali e personali anche presso la casa circondariale dove è detenuto il presunto vertice dell’associazione.
Coinvolto il personale del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Polizia Postale e delle Comunicazioni di Perugia unitamente al Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma. Hanno collaborato anche con il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Campania, il Reparto Prevenzione Crimine Campania e il Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria di Roma e Napoli.
Individuati 6 dei 7 destinatari del provvedimento cautelare al termine delle operazioni. Uno è allo stato irreperibile.
Le perquisizioni hanno consentito di rinvenire due telefoni cellulare in uso al detenuto nonché, presso le abitazioni degli indagati, gioielli, computer e numerosi appunti manoscritti. Quanto sequestrato sarà oggetto di verifica nei prossimi giorni.
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