Ospedale Santobono: infermieri aggrediti al Pronto Soccorso
Ennesimo episodio di violenza contro il personale sanitario: infermiere dell'Ospedale Santobono aggredite da due donne in attesa del proprio turno
Nuovo episodio di violenza contro il personale sanitario. Stavolta due donne hanno aggredito alcuni infermieri dell’Ospedale Santobono di Napoli. Le autrici della violenza sarebbero state una donna di 34 anni e sua figlia di 14.
Provvidenziale l’intervento dei Carabinieri per fermare lo scontro. Secondo quanto riportato, le donne sarebbero state stanche di aspettare il proprio turno di visita.
Aggressione Ospedale Santobono: prognosi di 7 giorni per i feriti
L’ennesimo episodio di violenza contro il personale medico si è verificato questa mattina nell’Ospedale Santobono di Napoli. Una madre di 34 anni e sua figlia di 14 hanno aggredito degli infermieri in servizio al Pronto Soccorso pediatrico.
Le due donne stavano accompagnando una bimba di sei anni per una visita medica. Probabilmente, la donna ha ritenuto eccessivi i tempi di attesa e si è scagliata contro gli infermieri presenti. Anche la figlia maggiore della signora, di soli 14 anni, ha partecipato allo scontro.
Due infermiere hanno avuto la peggio, riportando varie ferite e lesioni. La loro prognosi, per il momento, è di sette giorni. Fondamentale l’intervento dei Carabinieri che hanno fermato le due assalitrici, evitando il peggio per il personale presente.
Denunciate le due donne
A seguito dell’aggressione all’Ospedale Santobono, madre e figlia sono state denunciate per lesioni, violenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio. Inoltre, non si esclude che possano essere coinvolte anche altre persone nello scontro.
Le forze dell’ordine presenti nel Pronto Soccorso del Santobono hanno provveduto a raccogliere tutti i dati sulle due donne. Proseguono, intanto, le indagini. A disposizione anche le immagini dei circuiti interni di videosorveglianza per ricostruire l’accaduto.
Continuano gli episodi di violenza contro un personale medico costretto a lavorare in un regime di paura e terrore. Non basta la presenza delle forze dell’ordine per garantire la tranquillità durante lo svolgimento del proprio lavoro.
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