“Vedi Napoli e poi muori!”, ricordando un celebre detto
Johann Volfang von Goethe, citando “Vedi Napoli e poi muori!” nella lettera del 2 marzo 1787, nella sua opera ‘Viaggio in Italia’.
[ads1]
« Della posizione della città e delle sue meraviglie tanto spesso descritte e decantate, non farò motto. “Vedi Napoli e poi muori!“ dicono qui »
Così Goethe, riportò durante la sua tappa a Napoli nel 1787, ciò che la gente entusiasta, diceva “Vedi Napoli e poi muori!”
Johann Volfang von Goethe, scrittore, poeta, drammaturgo tedesco, nel 1786, a soli 37 anni, intraprese il suo primo viaggio in Italia, durato quasi due anni, visitando il Trentino, il Veneto, la Sicilia e Napoli. Fu proprio quest’ultima che rimase nel suo cuore, perché il calore del popolo partenopeo è tanto avvolgente, per quanto son capaci di godere di tutte le piccole gioie della vita.
“Anche a me qui sembra di essere un altro. Dunque le cose sono due: o ero pazzo prima di giungere qui, oppure lo sono adesso“.
E con ciò, Goethe, omaggiò il popolo napoletano, si sentì diverso lì, forse uno di loro, lontano dal clima più freddo ed ostile tedesco a cui egli era abituato, ma la città di Napoli lo accolse a braccia aperte.
A Napoli, strinse amicizia con Gaetano Filangieri, noto giurista e filosofo napoletano dell’epoca, ma il capoluogo campano non solo gli offrì amicizia, ma stupore, meraviglia di fronte alle bellezze del cuore di questa città. Salì per due volte sul Vesuvio in eruzione, dove potè godere di uno scenario da ‘cartolina’, panorama che non puoi assolutamente dimenticare.
Ma Napoli e tant’altro ancora, dal lungomare di Mergellina, la passeggiata più romantica che ci sia, tra taralli caldi, babà, ‘mpepata di cozze e sfogliatelle della tradizione, si resta affascinati da Castel dell’Ovo. E per gli innamorati come non visitare la famosa terrazza di Sant’Antonio a Posillipo in cui è visibile tutta Napoli in tutto il suo splendore dall’alba al tramonto, e dove farsi una ‘foto-ricordo’, è ormai un tradizione. Altre bellezze, ancora, il Maschio Angioino, la Reggia, Piazza del Plebiscito fino ad inoltrarsi nel cuore storico di Spaccanapoli, tra i presepi di San Gregorio Armeno e i profumi di pizze e calzoni fritti.
Napoli ha un grande patrimonio artistico, da Capodimonte alla Cappella San Severo, dove si resta affascinati dal ‘Cristo Velato’ di Giuseppe Sanmartino, una delle più famose sculture al mondo, dove non puoi fare a meno di provare emozioni forti nel vederlo, per quanto sia reale.
C’è tanto da visitare in una città che non dorme mai, perché Napoli è viva in tutti i sensi, ci ammalia di suoni, di colori, di sapori e di tradizioni!
Le sensazioni provate nel lontano ‘700 da Goethe, non ci stupiscono ormai perché tutti amiamo questa città che ha rapito i nostri sensi ed il detto che egli riportò, non mente mica, perché con ‘Vedi Napoli e poi muori!’, detto che tuttora si perde tra gli scorci particolari e meravigliosi di Napoli, in cui si carpisce che non si ha bisogno di vedere più nulla oltre una città a cui non manca niente, e che può offrirci tutte le emozioni più belle che trafiggono il nostro animo e i nostri pensieri.
Ogni anno, milioni sono i turisti che la visitano, e la maggior parte avverte un incredibile desiderio di ritornarci il più presto possibile, saranno le sue bellezze illuminate dal sole e riflesse nel mare o l’amore e la nostalgia ?
Forse è la sindrome ‘Napolitudine’, perché chiunque si allontani dal Golfo di Napoli, avverte un senso di malinconia profondo, basti pensare che ‘Vedi Napoli e poi muori!’, rappresenta quasi la stigmatizzazione di una così forte nostalgia.
La cosidetta ‘smania ‘e turna’, “smania di tornare”, più volte raccontata da film e canzoni classiche napoletane.
Ricordiamo, ‘Munasterio ‘e Santa Chiara’, capolavoro scritto nel 1945, dal paroliere Michele Galdieri e dal musicista Alberto Barberis, in cui si manifesta in una strofa della canzone il forte desiderio di ritornare a Napoli.
« No… nun è overo!
No… nun ce crero.
E moro pe’ ‘sta smania ‘e turnà a Napule… »
Ed è proprio così, tutti ammirano la città partenopea, e prima o poi ci ritornano, perchè Napoli ha un grande dono che poche città possiedono, farsi amare e far amare le sue tradizioni entrando nel cuore della gente semplicemente con il suo calore, perché è una città che emoziona, incuriosisce, e non smetterà mai di sorprendere.
[ads2]
ARTICOLO PRECEDENTE
Scudetto. 29 anni fa, Maradona e compagni portarono Napoli sul tetto d’Italia
ARTICOLO SUCCESSIVO
Candidati Sindaco per Napoli, 11 aspiranti alla carica di primo cittadino