Filippo Turetta interrogatorio: “È scattato in me…”
Filippo Turetta interrogatorio durato circa nove ore. L'assassino di Giulia Cecchettin ha rivelato che in lui è scattato qualcosa. Ecco..."
Filippo Turetta interrogatorio: L’assassino di Giulia ha trascorso ieri nove ore di interrogatorio davanti al pubblico ministero Andrea Petroni presso la casa circondariale di Montorio Veronese. Dopo aver scelto di non rispondere alle domande durante l’interrogatorio di martedì, stavolta il 22enne di Torreglia ha deciso di collaborare. Ha trasformato le sue prime ammissioni in una confessione, seppur non completa. Nonostante le lunghe pause, i silenzi e le lacrime, ha cercato di fornire spiegazioni sul suo rapporto con la vittima e sull’orrore dell’evento.
Filippo Turetta interrogatorio: “Qualcosa mi è scattato nella testa!”
Nell’interrogatorio, di fronte a diversi “non ricordo”, sono state verificate alcune incongruenze nella versione di Filippo Turetta attraverso domande puntuali. Gli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, subentrati al legale d’ufficio Emanuele Compagno, hanno cercato di stabilire una relazione di crescente empatia con Turetta. Hanno accompagnato il ragazzo nel processo decisionale di collaborare con gli inquirenti per ricostruire gli otto giorni di novembre in cui si è svolta la tragedia. Il percorso ricostruito va dall’omicidio dell’11 novembre tra Vigonovo e Fossò all’arresto del 19 a Bad Dürrenberg.
“Mi è scattato qualcosa nella testa dopo la coltellata nel parcheggio. Giulia è morta dissanguata e a Barcis era già senza vita.” – avrebbe affermato Turetta, per il quale è al vaglio l’ipotesi della premeditazione.
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