Un Museo dedicato al grande Enrico Caruso. Prossima l’inaugurazione
"Non cercare altrove, mai! Gli unici valori da regalare all'amore, li trovi solo in te stesso" (Enrico Caruso)
Presentato al Ministero della Cultura il Museo dedicato a Enrico Caruso, uno dei più grandi tenori di tutti i tempi. In occasione dei 150 anni dalla nascita del cantante, la Sala Dorica di Palazzo Reale a Napoli ospiterà non solo gli oggetti che riconducono alla memoria di Enrico Caruso, costumi, locandine, manifesti, fotografie, grammofoni, rulli e arredi originali, ma una vera e propria esperienza sensoriale che catapulterà il visitatore nel mondo dell’artista, attraverso animazioni in 3D e piattaforme multimediali, postazioni e installazioni musicali e cinematografiche ed un caleidoscopio di effetti. L’inaugurazione è prevista per il 20 luglio 2023 alla presenza di importanti autorità rappresentative dei forti legami di Caruso con gli Stati Uniti, quali il sindaco di New York e il direttore del Metropolitan Opera House.
Alla Presentazione, presso il Ministero della Cultura, sono intervenuti il Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, il Direttore generale dei Musei Massimo Osanna, il Direttore di Palazzo Reale di Napoli Mario Epifani, la curatrice del “Museo Caruso”, la musicologa Laura Valente.
“Enrico Caruso è un esempio eccelso del genio italico, capace di innovare nel solco della tradizione comprendendo in pieno come valorizzare il proprio talento nel segno della modernità. Fu il primo cantante della storia della musica mondiale a capire e a utilizzare le immense potenzialità dell’industria discografica. La popolarità globale della canzone napoletana è intimamente legata al suo nome. Il suo vissuto personale e il legame con Napoli hanno informato tutta la sua produzione creativa. Ciò nonostante, Caruso ha avuto un rapporto tormentato con la propria città. Egli portò Napoli nel mondo e ora Napoli, a centocinquant’anni dalla nascita, risana questo vulnus onorandolo con un museo che sorge nello stesso complesso del suo amato Teatro di San Carlo”, ha dichiarato il Ministro Gennaro Sangiuliano.
“L’allestimento di un museo nazionale dedicato ad Enrico Caruso nella Sala Dorica del Palazzo Reale di Napolicostituisce un traguardo importante per il Sistema museale nazionale, che potrà così dare meritato risalto a una figura rappresentativa della cultura artistica contemporanea, un tenore riconosciuto a livello planetario, che da Napoli partì e a Napoli ritornò dopo aver portato la sua arte in tutto il mondo – ha affermato il Direttore Massimo Osanna – Un traguardo anche per i musei italiani che ancora una volta dimostrano la loro capacità di aggiornarsi e di dare voce, con linguaggi innovativi, alla nostra storia, alla nostra cultura e all’arte in tutte le sue espressioni. Con l’annuncio dell’apertura del Museo Caruso celebriamo oggi il punto di arrivo di un grande progetto organico e interdisciplinare, a cui abbiamo lavorato da tempo e che ha visto collaborazione e sinergia fra le istituzioni e con i numerosi partner nazionali e internazionali del progetto. Ma anche un punto di partenza, che prende il via con le celebrazioni dei 150 anni dalla nascita di Enrico Caruso, il 25 febbraio 1873, e che avrà come prossima meta l’inaugurazione del museo e un ricco programma di attività e di produzioni artistiche”.
“L’apertura di un museo permanente dedicato a Enrico Caruso rientra tra gli interventi finanziati dal Piano Strategico ‘Grandi Progetti Beni Culturali’ – ha spiegato il Direttore Mario Epifani – Il Palazzo Reale di Napoli rende così omaggio al grande tenore che ha avuto riconoscimenti in tutto il mondo, ma singolarmente non nella città in cui nacque e morì, fino ad oggi. Verrà inaugurato un nuovo spazio espositivo di 500 metri quadrati, in cui i suoi concittadini, così come i visitatori italiani e stranieri, potranno ricordarlo attraverso le sue musiche, i suoi cimeli, in un emozionante percorso multimediale. Un progetto realizzato con tecnologie moderne per far rivivere un glorioso passato”.
“Caruso più di ogni altro è icona di una italianità nobile e leggendaria, legata anche alla sua doppia anima: tenore lirico osannato nei più importanti teatri del mondo (successi travolgenti alla Scala di Milano, star del Metropolitan di New York dal 1903 al ’20), ineguagliabile interprete di melodie immortali della canzone napoletana,il primo cavallo di razza dell’industria discografica a vendere un milioni di dischi, entrando nell’Olimpo delle voci più popolari della storia della musica”, ha osservato la curatrice Laura Valente.
Un Museo dedicato al grande Enrico Caruso. Prossima l’inaugurazione
Partner “carusiani” da tutto il mondo, a partire dagli Archivi Ricordi e Puccini fino ai grandi teatri d’opera con i loro preziosi archivi, come il San Carlo, la Scala e il Metropolitan hanno collaborato con grande impegno all’iniziativa. Anche la Cineteca di Bologna, che ha diretto uno straordinario lavoro di restauro e sincronizzazione vocale sul film My Cousin, e che ha consentito l’uso delle immagini di Caruso attore.
Fondamentale la sinergia con un ‘donatore speciale’, Luciano Pituello, che con la sua Associazione Museo Enrico Caruso, Centro Studi Carusiani di Milano, ha dedicato tutta la sua vita a collezionare cimeli e incisioni originali e che ha deciso di donare la maggior parte dei rari materiali di proprietà del Museo come atto di generosa condivisione di un progetto definitivo sul grande tenore.
Il Fondo Pituello, già in parte destinato al Comune di Lastra a Signa, dove ha sede il Museo Caruso di Villa Bellosguardo (residenza italiana di Caruso), sarà il fulcro della nuova installazione a Napoli: costumi, dischi, grammofoni d’epoca, spartiti originali con segni autografi dell’artista, per un valore complessivo stimato intorno al milione di euro.
La collaborazione avviata con il Comune di Lastra a Signa e la sindaca Angela Bagni consentirà di avere per l’inaugurazione del Museo a Napoli anche dei pezzi straordinari, come il costume di Canio (dai Pagliacci di Ruggero Leoncavallo) appartenuto al tenore o gli acquerelli colorati, un unicum nella produzione artistica figurativa di Caruso, a cui si aggiunge la preziosissima donazione delle celebri caricature dedicate ai grandi della musica, da Toscanini a Verdi.
Su queste caricature l’artista Gianluigi Colin disegnerà un’opera nuova, segno nel segno contemporaneo. Tra le molte iniziative sarà presentata la biografia integrale di tutta la produzione carusiana, a cura di Ugo Piovano e Luciano Pituello. Verranno inoltre istituiti due premi, uno al migliore grande artista e l’altro dedicato a i ragazzi talentuosi che, come il grande tenore, si sono dedicati al canto senza una preparazione musicale per stimolarli a studiare e girato un docufilm sulle celebrazioni dei 150° anniversario dalla nascita. La casa editrice Il Saggiatore dedicherà a Caruso, uomo del nuovo secolo, una pubblicazione inserita nella collana di studi musicali.v
Il giorno 25 febbraio 2023, a 150 anni dalla nascita di Caruso, al Museo Memus del Teatro di San Carlo ci sarà un incontro con Luciano Pituello e Ugo Piovano alla presenza del direttore Mario Epifani. Sarà anche l’occasione per sancire la collaborazione con il Comune di Napoli, prevedendo la donazione al Museo Caruso degli atti di nascita e morte del tenore, conservati dell’archivio del municipio cittadino. Saranno presenti il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il sovrintendente del Teatro di San Carlo Stéphane Lissner, la direttrice generale Emmanuela Spedaliere.
Breve cenno all’infanzia di Enrico Caruso
Enrico Caruso nacque a Napoli, nel quartiere di San Carlo all’Arena, in via Santi Giovanni e Paolo 7, il 25 febbraio del 1873 da genitori originari di Piedimonte d’Alife (rinominato, nel 1970, Piedimonte Matese), nell’allora provincia di Terra di Lavoro (confluito poi nella neo-costituita provincia di Caserta nel 1945). Il padre, Marcellino Caruso (1840–1908), era un operaio metalmeccanico, mentre la madre, Anna Baldini (1838–1888), era una donna delle pulizie. Dopo aver frequentato le scuole regolari, a dieci anni andò a lavorare col padre in fonderia, ma sotto l’insistenza della madre si iscrisse a una scuola serale, dove scoprì di essere portato per il disegno; iniziò poi ad elaborare progetti di fontane per l’officina dove lavorava. Nel frattempo cresceva in lui il talento e la sua voce. Le prime arie d’opera e le prime nozioni di canto gli vennero insegnate dai maestri Schirardi e De Lutio.
Nel 1888 la madre morì di tubercolosi e poco tempo dopo il padre si risposò con Maria Castaldi. Oltre a cantare nel coro della chiesa, Enrico fece qualche apparizione in spettacoli teatrali. La sua voce nel frattempo si era irrobustita e le piccole rappresentazioni cominciarono a non bastargli più. La sua fortuna iniziò quando il baritono Eduardo Missiano, sentendolo cantare a un funerale nella chiesa di Sant’Anna alle Paludi, una messa di Saverio Mercadante, si entusiasmò a tal punto che lo presentò al maestro Guglielmo Vergine, il quale accettò di dargli lezioni per migliorare la voce, ma pretese da lui il 25% dei suoi compensi con un contratto che sarebbe durato cinque anni.
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