Made in Cloister @ EDIT, al chiostro va in scena il Design
Recupero e riconversione, rilancio del "fare artigianale", rigenerazione urbana, le grandi qualità di una Fondazione che a Napoli si occupa anche di arte
La Fondazione Made in Cloister rinnova la collaborazione con EDIT NAPOLI, la fiera del design innovativo nata per supportare, promuovere e celebrare una nuova generazione di designer. Da venerdì 7 ottobre, orario 11,00 – 19,00, fino al 9 ottobre 2022 il Made in Cloister ospiterà la retrospettiva Parallels, curata da Piet Hein Eek.
Il designer olandese è noto per il suo lavoro basato sulla lentezza metodica combinata alla cura e alla qualità della tecnica artigianale, riutilizzando, per le sue opere, materiali di scarto.
La mostra è parte del programma EDIT CULT, una rassegna di progetti speciali realizzati in quattro musei della città di Napoli, che accompagna la quarta edizione della fiera del design editoriale EDIT NAPOLI.
In occasione dei tre giorni di fiera Made in Cloister ospiterà anche alcuni appuntamenti collaterali da non perdere:
PROIEZIONE
Sabato 8 ottobre 2022 ore 19.00
The object becomes | Belgium is Design
Girato in Belgio tra febbraio e aprile del 2021, il film racconta nove esperienze di design belga: una raccolta di buone pratiche volte alla circolarità, al riciclo e alla rigenerazione delle risorse. Da non perdere!
LET’S PARTY – join the design community
Sabato 8 ottobre 2022 dalle ore 21.00
Unisciti a noi sabato sera per festeggiare EDIT NAPOLI, una serata speciale con musica e cocktail al Cloister Bar.
MADE IN CLOISTER NAPOLI
Parallels | Piet Hein Eek
7, 8 e 9 ottobre 2022 / ore 11.00 – 19.00
ingresso con biglietto EDIT NAPOLI
Curiosità sul Cloister: Made in Cloister ha sede nell’ex chiostro piccolo della Chiesa di Santa Caterina a Formiello, tra le più importanti chiese rinascimentali napoletane, parte dell’omonimo complesso monumentale. Nell’ 800 il complesso venne requisito ai monaci da Giocchino Murat e successivamente trasformato da Ferdinando di Borbone in opificio per la produzione di lana e di divise militari. Da quel momento il Chiostro e l’area, successivamente denominata Lanificio, cambiano destinazione d’uso da luogo di culto a fabbrica, che arriva ad impiegare – a pieno regime – oltre quattrocento persone, segnalandosi tra gli esempi virtuosi del “programma d’industrializzazione” dell’epoca.
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