L’Iss sulla Terra dei fuochi: 32 comuni a rischio
L’Iss rivela dati inquietanti riguardo la situazione epidemiologica nei 55 comuni definiti, secondo la legge 6/2004 come la “Terra Dei Fuochi”
[ads1] I dati dell’Iss (Istituto Superiore di Sanità) riguardano 32 dei 55 comuni della cosiddetta “Terra Dei Fuochi“, comuni appartenenti alla Provincia di Napoli e alla Provincia di Caserta . Il rapporto rivela la situazione drammatica da troppo tempo tenuta nascosta e talvolta sottovalutata. Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania, ha affermato in merito agli ultimi dati dell’Iss (Istituto Superiore della Sanità): “Una drammatica conferma di decenni di traffico illegale di rifiuti“. Ingiustificate le rassicurazioni su di un territorio, che continua a bruciare, aspettando le bonifiche, di cui si è tanto discusso, ma che a conti fatti non avvengono e si considerano quasi una chimera.
“Davanti a questi dati il popolo inquinato e la parte sana dell’economia non possono più aspettare!” Replica Buonomo.
I dati prendono come oggetto di studio, tre riferimenti: la mortalità, i ricoveri ospedalieri e l’incidenza dei tumori. Secondo il rapporto la mortalità, in generale, è in eccesso, rispetto la media regionale. Inoltre, è preoccupante il quadro di criticità per la salute dei bambini; vi sono eccessivi ricoveri di bambini, nel primo anno di vita, per tutti i tumori e eccessi di tumori del sistema nervoso centrale, questi ultimi anche nella fascia 0-14 anni in entrambe le province di Napoli e Caserta.
Loredana Musmeci, la quale ha firmato per prima il rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, oltre ad essere il direttore del dipartimento Ambiente e prevenzione dell’Iss, afferma che i dati riportati devono essere sviluppati ancora. “E’ come se avessimo guardato il territorio da un elicottero.” Ha poi aggiunto: “L’inquinamento è certamente una possibile causa o concausa di mortalità o tumore ma dobbiamo verificare in che misura possa aver inciso su quei territori.”
La comunità scientifica è indirizzata nel verso giusto, ora tocca alle istituzioni. Bisogna stilare un piano nazionale, basate sulle indagini scientifiche, per fare in modo di rendere produttive le ormai troppe aree inquinate. Per raggiungere l’obiettivo occorrono molte risorse finanziarie, a partire dalla bonifica di tutte le aree industriali, in precedenza inquinate. Molte le idee per marginare il problema, ma quanto bisognerà aspettare per un’unica soluzione?
Cosa stanno aspettando?
Cosa stiamo aspettando ?
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