Ius scholae: oggi pomeriggio in aula alla camera la decisione
Ius scholae: oggi pomeriggio in aula alla camera si discuterà se dare la cittadinanza ai figli di immigrati che abbiano completato almeno cinque anni di scuola
IUS SCHOLAE- Oggi pomeriggio l’Aula della Camera si troverà a discutere del cosiddetto ‘ius scholae’. Si tratta di una proposta di legge sulla cittadinanza per i figli degli immigrati. Il testo punta a riconoscere il ruolo della scuola consentendo a quasi un milione di ragazzi under 18 (nati in Italia o arrivati entro i 12 anni) la possibilità di chiedere la cittadinanza italiana dopo aver frequentato “almeno 5 anni di scuola”. Dare ai ragazzi la cittadinanza anche prima della maggiore età mette d’accordo tutto il centrosinistra, ma ha diviso il centrodestra.
Le opinioni contrastanti
Lega e Fratelli d’Italia si sono opposti in ogni modo. La cittadinanza “non è un biglietto a premi” e “si decide a 18 anni”, ha detto Matteo Salvini, mentre per Fdi si tratta di “uno ius soli mascherato”. “Nel testo unico Pd-M5s la manifestazione di volontà è dei genitori stranieri e non dei ragazzi. Il minore non è neppure ascoltato o considerato, ma diventa uno strumento per un lasciapassare alla cittadinanza facile”. Questo dicono i deputati di Fdi Emanuele Prisco e Augusta Montaruli.
“Siamo riusciti, nonostante le difficoltà e l’ostruzionismo di Lega e FdI, a fare un importante passo avanti. La strada è ancora lunga, ma la direzione è quella giusta” dichiara il deputato democratico Matteo Mauri, responsabile Pd per le politiche sulla cittadinanza.
Bisogna certo tenere presente che la cittadinanza non scatterà automaticamente alla conclusione del ciclo di studi. Bensì dovrà essere richiesta dal bambino o da uno dei genitori. Alla Lega non è bastato: “Prove tecniche di sharia in Italia. Con un emendamento a dir poco folle del Pd al cosiddetto ‘Ius scholae’, si vorrebbe consentire a un solo genitore straniero, residente nel nostro Paese, la possibilità di chiedere e ottenere la cittadinanza italiana per il proprio figlio indipendentemente dalla volontà del coniuge e del diretto interessato.
“Finalmente si va in aula, davanti a tutti gli italiani, per iniziare a saldare un debito con migliaia di ragazzi che si sentono italiani, ma che non sono riconosciuti come tali dallo Stato”. Così Giuseppe Brescia (M5S), presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera e relatore del provvedimento, “Lo ‘ius scholae’ è una risposta pragmatica e semplice a una richiesta di cambiamento diffusa. Non toglie nulla a nessuno, ma aggiunge e crea le condizioni per una società più inclusiva e giusta”.
FONTE: RaiNews
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