Napoli: taverna chiude per protesta, “No alle restrizioni”
Napoli. la taverna Santa Chiara nel centro storico chiude simbolicamente per un giorno per protesta contro il prolungare delle restrizioni
Napoli. Da molti ormai è avvertito come un peso il continuo perdurare delle restrizioni contro il covid-19, le proteste si fanno sentire ogni giorno di più e c’è chi vuole ritornare alla normalità dopo due anni di pandemia. Una taverna a Napoli chiude al pubblico per un giorno come atto simbolico.
Nel cuore del centro storico di Napoli, la taverna Santa Chiara ha deciso di chiudere per un’intera giornata al fine di protestare contro le continue restrizioni degli ultimi mesi e le nuove che sono entrate in vigore a partire da ieri (leggi questo articolo a riguardo:Covid, per l’Oms: “È prematuro dichiarare vittoria” ) Una protesta, come sottolineato più volte dai titolari, che nulla ha a che fare con i no vax da cui si dissociano apertamente. Ecco cosa hanno affermato sui social i titolari della taverna di Napoli:
“Le misure restrittive creano una polarizzazione, ma il vaccino non protegge dai contagi che corrono indipendentemente. Fare una differenza tra vaccinati e non nell’accesso nei servizi essenziali o di intrattenimento è sbagliato e a nostro avviso crea un clima di odio e di divisone sociale. O siamo circondati dai cosiddetti vaccinisti che vogliono che il green pass sia protratto sempre o chi decide nel proprio locale di non chiederlo. Basta con questa dicotomia. Abbiamo sempre rispettato le regole e subiamo pressioni fiscali, di burocrazia, noi il Green Pass lo chiederemo sempre ma rivendichiamo una richiesta di una strategia di contrasto alla pandemia che sia attualizzata. Ci siamo fatti dei nemici, ci hanno additato come no vax, ma abbiamo deciso di prendere parola per testimoniare che c’è un modo diverso come stanno facendo altri Paesi europei di andare avanti.”
Poi continuano: “Vogliamo sollevare l’attenzione sul tema della comunità e smettere di parlare di distanza sociale. Ognuno contro tutti non va bene. Cerchiamo di creare una comunità, di essere accoglienti e di far rimanere vivo il senso di umanità. Ci sono soggetti fragili per marginalità sociale non solo i fragili per condizioni di salute che vengono penalizzati dalle restrizioni come il non poter andare sui mezzi di trasporto pubblico“.
In ultimo, annunciano, i soci di Napoli, la chiusura della taverna: “Oggi sentiamo, quindi, di indire, nel nostro piccolo e con i nostri mezzi, una protesta: in presenza di dati scientifici che dimostrano che anche i vaccinati possono e si possono contagiare, che il green pass non funziona in termini diretti di protezione dal rischio sanitario mentre agisce pesantemente come azione divisiva della socialità, che l’odio tra le persone cresce inesorabile, inibendo lo sviluppo di una comune lotta alla pandemia, chiudiamo le porte per un giorno, le chiudiamo a tutti, non solo a chi non può entrare negli altri giorni. Vogliamo così manifestare, rinunciando a un giorno di lavoro, il nostro totale disaccordo con le ulteriori restrizioni in vigore dal 1° febbraio. Al contempo, auspichiamo che si ricerchino strategie di contrasto alla Covid-19 e di protezione della salute collettiva che non prevedano lesioni dei fondamenti della socialità, poiché una comunità si cura anche attraverso relazioni sane e forti“.
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