Terra dei Fuochi, Carfagna: “In arrivo il Cis di sviluppo con 61 comuni”
Terra dei Fuochi, pronto il contratto istituzionale di sviluppo con 61 comuni tra Napoli e Caserta. Ad annunciarlo è la ministra Mara Carfagna
“È in dirittura d’arrivo la stipula del Contratto istituzionale di sviluppo per la Terra dei Fuochi, che finanzieremo per circa 200 milioni“, queste le parole della ministra per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna.
Nel corso di una interrogazione parlamentare a Montecitorio circa gli utilizzi del Fondo sviluppo e coesione, la ministra ha dichiarato che la firma del Cis Terra dei Fuochi (Contratto istituzionale di sviluppo) è immediata. Stando a quanto riportato dall’edizione odierna de Il Mattino, si è assistito a una spinta per l’estensione dell’area soprattutto nel Casertano, ove l’elenco dei Comuni ha raggiunto quota 61 – superando il milione di cittadini – di cui un terzo nel capoluogo campano e la restante parte nella provincia di Caserta. I Cis, istituiti dal decreto legislativo 88/2011, sono contratti attivabili su proposta di amministrazioni locali e valutati dal ministro per il Sud, con lo scopo di individuare gli interventi definiti da costi e tempi di attuazione per la valorizzazione del territorio. I fondi per i Contratti istituzionali di sviluppo prossimi alla firma arriveranno dal Fondo sviluppo e coesione: una cassaforte per legge destinata all’80% al Mezzogiorno.
“Considerando tutti gli stanziamenti e gli utilizzi nel frattempo intervenuti, attualmente il Fondo ha una disponibilità di 63,2 miliardi. – Spiega Carfagna alla Camera – È una mole di investimenti di entità paragonabile a quella del Pnrr e dei fondi strutturali, che merita, più di quanto accaduto in passato, una programmazione attenta e partecipata. I miei uffici sono al lavoro, in collaborazione con il Mims e il Mef, e dopo un lungo confronto con le Regioni, per un’assegnazione di risorse Fsc in favore di progetti strategici e immediatamente cantierabili metà dei quali riguardanti la mobilità stradale esclusa dal Pnrr”.
L’ambizione della ministra è fare del Fsc “lo strumento con cui in futuro l’Italia conserverà e consoliderà il metodo Pnrr: cronoprogramma definito e dettagliato, obiettivi specifici, incentivi e disincentivi per un corretto utilizzo delle risorse da parte di tutti i soggetti attuatori degli interventi”. In conclusione: “I fondi nazionali per la coesione possono e debbono diventare un Pnrr permanente. Possono e devono cioè servire a costruire un grande programma strutturale per la riduzione dei divari economici e sociali del Sud, delle aree interne e di ogni territorio depresso del Paese”.
Lo scopo del Cis, dunque, non è di intervenire nella complessa operazione della bonifica, ma mettere in pratica iniziative di sviluppo promosse dai territori e finanziate nell’ambito del Fondo sviluppo e coesione. Altri Cis, entro il mese di febbraio, dovrebbero essere firmati tra il ministero della Coesione nell’area tra Vesuvio-Pompei-Napoli-Est e Calabria, ai quali si si aggiungeranno Matera, Taranto, Foggia, Molise, Ventotene, Cratere sismico del 2016, che colpì il Comune di Amatrice e una vasta zona del Centro Italia.
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