Coronavirus, a Israele salgono i contagi: “Colpa della variante delta, necessità terza dose”
Coronavirus, a Israele salgono i contagi. “Colpa della variante Delta. Necessario fare terza dose del vaccino per maggiore protezione”
Coronavirus – A Israele salgono i dati dei nuovi contagi e le autorità del paese, che ha attivato la campagna vaccinale più veloce registrata ad oggi, corrono ai ripari.
Un dato, però, potrebbe offrire la giusta chiave di lettura dei numeri in ascesa: dei numerosissimi vaccinati, soltanto il 58% ha ricevuto entrambe le dosi, mentre al rimanente 42% è stata inoculata un’unica dose di vaccino.
Soltanto ieri sono stati registrati ben 8.646 nuovi casi di positività al coronavirus, il dato più alto dalla fine di gennaio.
Anche qui, però, si conferma il trend degli altri Paesi: tra gli ultrasessantenni non vaccinati, infatti i casi gravi sono 154,7 ogni 100mila abitanti, mentre tra quelli vaccinati i casi gravi si attestano attorno ai 19,8 su 100mila abitanti.
Israele, però, è già corsa ai ripari: per gli ultracinquantenni, i fragili e il personale sanitario, sono in corso le somministrazioni della terza dose, finora inoculata già ad un milione di pazienti.
L’attenzione del primo ministro Naftali Bennett è ora puntata, però, sul milione di persone che attualmente, pur avendone la possibilità, non si è sottoposta a vaccino.
Haviv, direttore sanitario dell’Herzog Medical Center di Gerusalemme, ha spiegato ai colleghi de Il Fatto Quotidiano che le cause del numero di ospedalizzazioni in aumento sono da ricondursi ad una ridotta efficacia del vaccino nel tempo o, solo in via ipotetica, ad una maggiore capacità di resistenza della variante Delta al vaccino.
Dunque, le autorità sanitarie del Paese raccomandano costante attenzione, soprattutto nei viaggi, che determinano un importante fattore di rischio di diffusione del contagio.
Per restare sempre aggiornato, seguici sul nostro sito o sulla nostra pagina Facebook.
ARTICOLO SUCCESSIVO
Lascia un commento