Pietrarsa la strage degli operai 6 agosto 1863
Pietrarsa la strage degli operai 6 agosto 1863 – 6 agosto 2021 158 anni fa avveniva l’eccidio degli operai del Real Opificio Borbonico
Il 6 agosto ricorre il triste anniversario dell’eccidio di Pietrarsa. Una strage in cui, nel 1863, persero la vita alcuni operai dell’opificio ferroviario più importante d’Italia durante la prima lotta a difesa del lavoro.
Le officine di Pietrarsa sono state la prima fabbrica italiana di locomotive, rotaie e materiale rotabile. Nacquero nel 1840 come Reale Opificio Borbonico di Pietrarsa. Rappresenta quindi il primo nucleo industriale italiano, precede di 44 anni la fondazione della Breda e di 57 quella della Fiat.
Le officine di Pietrarsa, o Reale Opificio vennero concepite nel 1840 da Ferdinando II di Borbone come industria siderurgica in grado di produrre materiale bellico e civile utilizzando anche il ferro proveniente dal Polo siderurgico di Mongiana. Una prima fabbrica era stata realizzata tra San Giovanni a Teduccio e Portici nel 1832.
L’espansione della fabbrica continuò fino alla fine del Regno delle Due Sicilie fornendo materiale alle ferrovie del regno. Nel giugno 1860 Pietrarsa giunse ad occupare 1.125 persone (850 operai stabili a cui si aggiungevano 200 operai occasionali e 75 artiglieri per il controllo dell’ordine) rimanendo la maggiore fabbrica metalmeccanica italiana.
Il 22 maggio 1843 Ferdinando II emanava un editto nel quale era detto tra l’altro: <<È volere di Sua maestà che lo stabilimento di Pietrarsa si occupi della costruzione delle locomotive, nonché delle riparazioni e dei bisogni per le locomotive stesse, degli accessori dei carri e dei wagons che percorreranno la nuova strada ferrata Napoli-Capua>>. L’obiettivo era quello di affrancarsi dalla dipendenza estera nella produzione dei rotabili necessari al piano di costruzioni ferroviarie richiesto da più parti che prevedeva l’estensione fino allo Jonio e all’Adriatico delle linee iniziate sulla sponda tirrenica.
Tra il 1861 e il 1863 l’opificio di Pietrarsa entrò in una fase difficile della sua vita: una relazione dell’Ingegnere Grandis, voluta dal governo sabaudo, dipingeva negativamente l’attività e la redditività dell’opificio consigliandone addirittura la vendita o la demolizione.
Si imponeva una scelta di razionalizzazione del settore siderurgico e produttivo e tale scelta fu fatta in favore dell’industria settentrionale (fonte: Napoli e la questione meridionale, 2004, Guida Editore).
A seguito della relazione lo stabilimento di Pietrarsa con quanto conteneva veniva concesso in affitto dal Ministro delle Finanze del governo Minghetti alla ditta costituita da Iacopo Bozza. Ciò portò alla riduzione dei posti di lavoro, a scioperi e gravi disordini repressi nel sangue.
Il 6 agosto 1863 una carica di bersaglieri provocava 7 morti e 20 feriti gravi.
San Giorgio a Cremano ogni anno rende omaggio al sacrificio di questi lavoratori, tanto che nel 2015, l’Amministrazione decise di intitolare loro una strada.
Quest’anno, venerdì 6 agosto, proprio in via Martiri di Pietrarsa, il Comune inaugurerà un monumento dedicato alle vittime di questa strage, voluto dall’amministrazione, attraverso l’Assessore Pietro De Martino.
Il monumento è stato ideato dall’architetto Umberto Ricciardi e ad inaugurarlo durante la cerimonia, vi sarà anche il presidente dell’Eav, Umberto De Gregorio il Prof. Vincenzo Gulì e l’Associaizione PRO.TE.NEO.
Le dichiarazioni
Il Sindaco Zinno sottolinea il principio del diritto al lavoro dichiarando: <<Intendiamo tenere viva la memoria di questa strage e il principio del diritto al lavoro che, a distanza di 158 anni, va ancora e sempre difeso in nome della dignità. Inoltre, con questa opera trasmetteremo alle future generazioni la conoscenza di quei fatti che caratterizzarono un periodo storico in cui, a seguito dell’annessione del Regno delle Due Sicilie al Regno d’Italia, il Sud fu depredato di ricchezza, arte, cultura e diritti, non senza il sacrificio di tante vite umane>>.
L’Assessore alla Cultura De Martino che ha promosso l’iniziativa aggiunge: <<Attualmente l’unico monumento che ricorda quell’eccidio si trova all’interno del Museo Ferroviario di Pietrarsa. Adesso invece sarà possibile celebrare queste ricorrenze anche in un luogo pubblico e senza alcuna costrizione e la nostra città potrà essere punto di riferimento, anche rispetto a questa possibilità>>. Poi l’Assessore conclude <<Questo monumento vuole ricordare una triste pagina di un periodo storico avvenuta a seguito dell’annessione del Regno delle due Sicilie al Regno d’Italia, dove l’intero meridione fu depredato di ricchezza, arte, cultura e diritti. Violentato nella sua dignità di popolo fiero delle sue origini. Con pesante sacrificio di vite umane. Questo monumento è posto anche in ricordo di quel diritto al lavoro, spesso, calpestato che a distanza di circa 160 anni cambia nel modo e non nella sostanza, vuole essere anche un simbolo dedicato a tutti i caduti sul lavoro>>.
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