Manfredi, lotta alla povertà educativa: “un Patto dei sindaci del Sud”
In un intervista ad Avvenire, Gaetano Manfredi ha delineato gli obiettivi del suo mandato da sindaco in caso di vittoria a ottobre: “ritorno alla normalità e nuovo welfare”
Gaetano Manfredi ha iniziato qualche settimana fa la sua campagna elettorale come candidato sindaco della coalizione M5s-Pd-Leu. Sponsorizzato prima di tutto da Giuseppe Conte e da parte del M5s napoletano – cui il Pd locale ha ceduto completamente la scena durante la presentazione del candidato e non solo – l’ex rettore della Federico II e ministro proprio del Conte II ha potuto toccare con mano una serie di urgenze degenerate, causa Covid, in veri e propri drammi. Dispersione scolastica, adolescenza abbandonata, giovani e giovanissimi senza gli strumenti minimi per cogliere le opportunità della ripartenza sono solo alcune – e forse le più urgenti – delle questioni da affrontare una volta a Palazzo San Giacomo.
Di questi e di altri temi, Manfredi ha parlato in un intervista rilasciata a Marco Iasevoli per Avvenire. Se non si interviene immediatamente su questi temi sociali, spiega, Napoli e il Sud non ce la faranno. Da qui l’appello a chi competerà per la fascia tricolore nelle città del Meridione per “scrivere insieme un Patto di contrasto alla povertà educativa“.
Conciliare ripresa economica e lotta alle disuguaglianze
“La vera sfida che abbiamo tutti – spiega Manfredi – di fronte sul piano politico ed istituzionale (Governo centrale, Unione Europea, Regioni e Comuni) è saper coniugare la necessaria ripresa dell’economia reale con la riduzione delle diseguaglianze sociali, ampliate come detto dalla pandemia tramutatasi ormai in una sindemia. A Napoli poi l’urgenza è ancora più stringente. Occorrono nuove politiche di welfare, che vedano protagoniste tutte le forze sane della città nell’ottica non solo di difendere ma anche far vivere i diritti primari delle persone, troppo spesso ignorati in questi anni“.
Manfredi ai sindaci del Sud: “scriviamo un Patto per il contrasto alla povertà educativa”
Come si concilia questa dicotomia? Cogliendo l’occasione rappresentata dal Recovery Plan. “Altrimenti – sottolinea Manfredi – perderemo la grande occasione di imprimere quel cambiamento che gran parte della società chiede alla politica. Spendere bene le risorse europee è un dovere istituzionale e persino morale“. Da questa necessità parte la proposta di un “Patto” che coinvolga i sindaci del Mezzogiorno.
“Per questa ragione – spiega – mi sento di lanciare una proposta a tutti i candidati a sindaco delle città del Sud: scriviamo insieme un Patto di contrasto alla povertà educativa, che costituisce il vero problema che attanaglia il Mezzogiorno. Possiamo e dobbiamo costruire un sistema di welfare che metta insieme la programmazione degli enti pubblici con le iniziative dei soggetti privati per innescare un percorso virtuoso. Sanità, scuola e politiche sociali, sono settori strettamente legati tra di loro: ragioniamo quindi sulle linee di intervento e finanziamento utili a ridurre i divari sociali, economici, territoriali. Napoli e l’intero Sud hanno tutte le potenzialità per essere competitivi: per farlo, dobbiamo preliminarmente contrastare le varie forme di povertà educativa“.
Il ruolo del Terzo Settore
Una menzione particolare per il Terzo settore e, in generale, tutto il mondo dell’associazionismo e del volontariato. In questa fase, Manfredi prospetta per queste realtà “un ruolo determinante“. “Troppe volte – sottolinea l’ex rettore – l’associazionismo sia di origine cattolica che laica ha colmato le lacune dello Stato in tutte le su articolazioni. Ma una cosa deve cambiare: chi governa deve assumersi la responsabilità di agire da regia programmatoria mettendo in rete tutte le esperienze che sui singoli territori sono prossimi a chi soffre“.
Manfredi: “Napoli torni alla normalità”
Primo obiettivo, però, il “ritorno alla normalità”. “I napoletani, dopo anni di urla e conflittualità, chiedono un ritorno alla normalità, ai servizi minimi essenziali, quella sarà la priorità dal punto di vista amministrativo. Su minori e scuola, un sindaco può fare molto. Per quanto riguarda gli asili nido, servono più fondi per aprirli nonché per consentire alle donne-mamme di andare a lavorare: a tal scopo vanno intercettate le risorse del Recovery. Tra le voci principali del Pnrr – conclude Manfredi – c’è appunto il tema dell’istruzione, dai nidi all’Università. Sul tempo pieno, dopo mesi di didattica a distanza, è necessario far tornare gli studenti in classe per recuperare in primis quel bagaglio di relazioni sociali a cui hanno dovuto rinunciare“.
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